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Amnesty: "Devono proseguire le indagini sull'omicidio di Anna Politkovskaya"
Giustizia e criminalità
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"Le indagini sull'omicidio della giornalista e attivista per i diritti umani Anna Politkovskaya devono continuare con rinnovato vigore" - ha dichiarato Amnesty International dopo che la giuria di un tribunale militare distrettuale di Mosca ha assolto nei giorni scorsi tutti gli imputati sotto processo perché coinvolti nell'omicidio. "Sollecitiamo le autorità russe a non fermarsi qui ma a continuare le indagini sull'assassinio e a portare di fronte alla giustizia tutti coloro che sono coinvolti, compresi l'esecutore materiale e i mandanti" - ha affermato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.
Al termine del processo Anna Stavitskaia, una dei rappresentanti dei figli di Anna Politkovskaya, ha sottolineato che le indagini sono state deboli e che l'impianto difensivo degli imputati è stato molto più forte. "La fine del processo non solleva le autorità dal dovere di trovare l'assassino e coloro lo difendono" - ha continuato Nicola Duckworth. "Facendo giustizia per l'assassinio di Anna Politkovskaya, le autorità russe mostreranno la volontà politica di porre fine alla repressione nei confronti dei difensori dei diritti umani". Rivolgendosi alla giuria pochi giorni prima della sentenza, l'avvocato Karinna Moskalenko, altra rappresentante dei figli di Anna Politkovskaya, aveva detto: "Anna avversava l'impunità e l'illegalità, non avrebbe mai voluto vedere in libertà qualcuno che avesse commesso un grave crimine. Allo stesso modo, non avrebbe voluto vedere affatto qualcuno condannato per un crimine non commesso".
Dalla fine dell'agosto 2007, almeno 12 persone sono state arrestate per l'assassinio ma molte di esse sono state successivamente rilasciate. Tra gli indiziati figuravano funzionari del ministero dell'Interno, dei servizi di sicurezza federali e un ex dirigente di un'amministrazione locale in Cecenia.Durante il processo, iniziato nel novembre 2008, i membri della giuria si erano fatti la convinzione della colpevolezza, per aver partecipato all'omicidio di Anna Politkovskaya, di Dzhabrail e Ibragim Makhmudov e di Sergei Khadzhikurbanov. Quest'ultimo, un ex dirigente di polizia, era stato accusato anche di aver arrestato e maltrattato l'uomo d'affari Eduard Ponikarov, insieme all'ufficiale dei servizi di sicurezza federali, Pavel Riaguzov.
Secondo l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) "l'intero processo è stato fin ad ora una farsa poiché i responsabili politici russi non hanno alcun interesse a individuare i veri responsabili dell'omicidio". "L'impunità che in Russia regna per crimini come gli omicidi di giornalisti e attivisti per i diritti umani deve finalmente finire" - sottolinea il comunicato dell'Associazione per i Popoli Minacciati.
L'Osservatorio sul Caucaso dedica un ampio dossier sulla vicenda della giornalista russa "voce critica e libera all'ombra del Cremlino". Anna Politkovskaya, giornalista e attivista per i diritti umani, è stata uccisa il 7 ottobre 2006 a Mosca. Aveva più volte subito intimidazioni e vessazioni dalle autorità russe, comprese quelle cecene, per aver apertamente criticato la politica e le azioni del governo. Dopo aver iniziato, nel 1999, a scrivere sul conflitto armato in Cecenia e nel Caucaso del nord, era stata arrestata e minacciata di gravi rappresaglie, nonché di morte, in molte occasioni.
"Le battaglie della Politkovskaya, nota nel mondo per i suoi reportage sulla guerra in Cecenia e gli abusi compiuti dalle truppe federali, hanno lasciato un segno nella storia del giornalismo russo dell'era post-sovietica" - sottolinea Lettera22. Non si sono trovati, però, inquirenti e giudici capaci di spiegare chi e perchè ha eliminato la giornalista. Una macchia nella Russia del nuovo corso, prova di un cammino ancora incompiuto verso la piena democrazia e la tutela dei diritti individuali". [GB]