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Attacco alla Global Sumud Flotilla: droni, bombe sonore e spray urticanti in acque internazionali
Democrazia
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Una delle imbarcazioni della Flottilla - Immagine: Globalsumudflotilla.org
Di Giacomo Cioni
Nella notte tra martedì e mercoledì, la Global Sumud Flotilla, missione umanitaria internazionale diretta a Gaza, è stata oggetto di una serie di attacchi mentre navigava in acque internazionali a sud di Creta. Secondo le testimonianze raccolte a bordo, le imbarcazioni sono state colpite da droni, bombe sonore, spray urticanti e materiali non identificati. Ovviamente non ci sono rivendicazioni e al momento nessuno è in grado di identificare la provenienza di questi velivoli. Non si registrano feriti, ma diversi danni materiali. La barca italiana Morgana, su cui si trovano parlamentari, attivisti e giornalisti, ha subito la distruzione della vela di randa a seguito dell’impatto con un drone, mentre l'imbarcazione Zeifiro ha perso l'albero.
Tra i testimoni diretti c’è Maria Elena Delia, portavoce italiana della spedizione: “Questi attacchi mettono a rischio la vita di chi è a bordo. È un fatto di assoluta gravità, abbiamo allertato la Farnesina”. Secondo quanto riferito, sono state colpite imbarcazioni battenti bandiera italiana, inglese e polacca, un fatto che i promotori della spedizione leggono come “un attacco diretto a tre Paesi europei”.
La Global Sumud Flotilla – composta da una quarantina di imbarcazioni provenienti da 44 Paesi – ha diffuso un appello urgente tramite i propri canali ufficiali, chiedendo: una scorta marittima internazionale; la presenza di osservatori diplomatici accreditati; una protezione effettiva che permetta alla missione di raggiungere Gaza senza ulteriori minacce. Nella nota si parla di una “escalation pericolosa in maniera allarmante” e si invoca l’intervento degli Stati membri dell’Onu affinché “il diritto prevalga sulle azioni di annientamento”.
Mentre la Flotilla denuncia l’aggressione subita, a Gaza City l’Idf prosegue l’offensiva di terra. Secondo fonti mediche locali, almeno 29 palestinesi sono stati uccisi dall’alba di mercoledì, tra cui 17 in un attacco vicino a un mercato. I carri armati israeliani sarebbero avanzati fino alla strada Shifa, nel quartiere di Rimal, a circa tre chilometri dal centro città.
L’attacco alla Flotilla, che trasporta aiuti e intende rompere simbolicamente l’assedio, si inserisce dunque in un quadro di guerra sempre più aspro, dove anche le iniziative civili e pacifiste vengono percepite come una minaccia politica e militare.
La gravità dell’episodio non risiede soltanto nei danni materiali o nella paura generata a bordo, ma nel fatto che un convoglio umanitario, in acque internazionali, sia stato preso di mira con modalità paramilitari. Un precedente che rischia di aprire scenari pericolosi, mettendo in discussione la libertà di navigazione, il rispetto del diritto del mare e le stesse garanzie diplomatiche per chi partecipa a missioni umanitarie. La richiesta di protezione lanciata dalla Flotilla agli Stati membri dell’Onu segna un punto di svolta: non è più solo una questione di solidarietà con Gaza, ma di difesa delle regole internazionali.
Per supportare la flottilla di può inviare una mail autogenerata ai governi degli attivisti a bordo, per chiedere il loro supporto preventivo, "affinché facciano il loro lavoro garantendo protezione diplomatica ai loro cittadini ed un passaggio sicuro alla Flottilla". Questo il link per inviare la mail: https://globalsumudflotilla.org/contact-officials/