Dossier/ Materie prime critiche (4)

Stampa

Foto: Unsplash.com

Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. Primi tra tutti, spesso, sono i popoli indigeni delle aree su cui insistono progetti. Ma ci sono anche altri gruppi come bambine e bambini, coinvolti nel diffuso sfruttamento minorali del lavoro in miniera. O come le donne, che vedono aggravarsi il quadro di disuguaglianza di genere. Ulteriori impatti riguardano, infine, chi lavora nelle miniere, in condizioni pericolose e di profondo sfruttamento.

Dossier/ Materie prime critiche (1)

Dossier/ Materie prime critiche (2)

Dossier/ Materie prime critiche (3)

Impatti sui popoli indigeni e sui gruppi vulnerabili

Più della metà delle riserve globali di materie prime per la transizione ecologica si trova in terre ancestrali o nei pressi di queste ultime. Installare attività minerarie in questi territori vuol dire minacciare cultura, mezzi di sussistenza e diritti essenziali di chi li abita. Come quello al Consenso Libero, Previo e Informato (FPIC) all’apertura di cantieri e alla realizzazione di progetti, sistematicamente ignorato. Solo nel 2024 sono state registrate formalmente 10 violazioni: in Cile le comunità dell’Atacama hanno denunciato consultazioni inadeguate e un impatto critico dell’estrazione di litio sulle loro risorse idriche. In generale, le comunità locali sono spesso soggette e espropri forzati e compensazioni insufficienti. Tra i gruppi vulnerabili maggiormente colpiti spesso ci sono anche bambine e bambini, come accade per quelli sfruttati nelle miniere di cobalto nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Sono circa 40.000 i minori coinvolti: sono costretti a lavorare in condizioni di grave pericolo, pagati miseramente, esposti a malattie, abusi e alla negazione del diritto all’istruzione. Ma l’estrazione di minerali critici danneggia anche le donne, acuendo le disuguaglianze di genere e portando danni alla salute, perdita dei mezzi di sussistenza e maggiore vulnerabilità alla violenza...

Segue su Atlanteguerre.it

Rita Cantalino

Napoletana, classe ‘88. Freelance, collabora con diverse testate. Si occupa di ambiente, clima e diritti umani, con uno sguardo particolare agli impatti sanitari e sociali delle contaminazioni di natura industriale.

Ultime su questo tema

Editoriale - Parliamo di Patria, allora

04 Novembre 2025
Poveri e sfortunati sono gli Stati in cui i cittadini si riconoscono come comunità solo attraverso l’esercito.  (Raffaele Crocco)

La pace senza donne non è pace

01 Novembre 2025
Le donne continuano a essere assenti dai tavoli negoziali dove si decide della pace e del futuro di tutti e tutte. (Maddalena D’Aquilio)

La Lungimiranza del Malawi: il fotoreportage

22 Ottobre 2025
Il fotoreportage dal Malawi di Silvia Orri.

Celebrato il pacificatore solo silenzio mentre a Gaza si continua a morire

20 Ottobre 2025
Arma infame: peggiorano fame e malattie. I coloni bloccano i camion e il valico di Rafah resta chiuso. Per debellare meningite, diarrea, malattie respiratorie ci vorrà un lavoro «gigantesco». ...

Dopo la bomba sotto la casa del collega Sigfrido Ranucci...

17 Ottobre 2025
La solidarietà di tutta la redazione a Ranucci e alla sua famiglia. Ma non basta la solidarietà dopo le bombe. (Raffaele Crocco)

Video

Marco Revelli: 'Costruire e praticare la democrazia'