Acqua pubblica: il Forum deposita in Cassazione i quesiti referendari, l'IdV receda

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"Fermare la privatizzazione dell’acqua, aprire la strada della ripubblicizzazione ed eliminare i profitti dal bene comune acqua". Sono questi i tre punti dei quesiti referendari depositati il 31 marzo scorso presso la Corte di Cassazione di Roma dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua insieme a moltissime associazioni. La campagna referendaria di raccolta firme inizierà a partire dalla vigilia del 25 aprile: "Una data simbolo per quella che intendiamo come la Liberazione dell’acqua dalle logiche di profitto" - spiega il Forum. In tre mesi dovranno essere raccolte almeno 500mila firme per l’ammissione dei referendum.

“Se il governo crede di aver chiuso la partita dovrà ricredersi” – ha detto Marco Bersani del Forum Movimenti per l’Acqua durante l’affollata conferenza stampa. “La coalizione che appoggia i referendum è la più ampia aggregazione formale di movimenti, associazioni laiche e cattoliche, forze politiche e sindacali che si sia mai riunita intorno a un tema simile. Queste forze ci porteranno a raccogliere le firme, approvare i referendum e votare tre sì per l’acqua pubblica”.

I tre referendum sono abrogativi delle norme che hanno privatizzato l’acqua nel nostro paese e intendono anche contrastare il decreto Ronchi approvato con voto di fiducia lo scorso novembre. A chi chiedeva una risposta al ministro Ronchi che più volte nei giorni scorsi dopo la grande manifestazione del Forum a Roma ha screditato i promotori dei referendum accusandoli di veicolare messaggi menzogneri sulla sua legge, Marco Bersani ha risposto con una sfida al Ministro: “Scelga lui il luogo e l’ora, noi siamo disponibili ad un confronto, dati alla mano, sugli effetti della suo decreto e dell’apertura ai privati della gestione dell’acqua nel nostro paese”.

Ma, come ha spiegato padre Alex Zanotelli durante la conferenza stampa, non si tratta di un referendum contro il Governo. "Solo il primo quesito è contro le norme introdotte dal governo Berlusconi. Il secondo e il terzo quesito sono contro quelle introdotte dal governo Prodi" - ha notato il missionario. Secondo padre Zanotelli chi pagherebbe di più dalla privatizzazione dell'acqua sarebbero i poveri: "La nostra vittoria - ha aggiunto - servirà non solo nel panorama italiano, ma darà anche una scossa all'Unione Europea. Se Parigi ha ripubblicizzato l'acqua, se nelle Costituzioni di Bolivia e Uruguay l'acqua è definito bene comune non mercificabile, possiamo farcela anche noi".

"Dopo aver presentato - ha continuato Marco Bersani - già due anni fa una proposta di Legge di iniziativa popolare per la ripubblicazione dell'acqua con oltre 400 mila firme, oggi lanciamo una straordinaria campagna di raccolta per tre referendum abrogativi. Vogliamo abrogare non solo l'ultima legge del governo Berlusconi ma anche le norme che in passato hanno spinto nella medesima direzione. Vogliamo fare uscire l'acqua dal mercato e togliere i profitti dall'acqua".

Proprio per questo il Forum italiano dei movimenti per l’acqua chiede di prendere contatti con i rappresentanti locali e istituzionali, con i parlamentari del territorio di riferimento per dire loro la gravità di questa scelta e per chiedere loro che si attivino per evitarla. E sottolinea che "il referendum per l'acqua pubblica deve essere una battaglia comune".

"Ho saputo - riporta una nota di Marco Bersani - che l’Italia dei Valori (IdV) ha annunciato di voler procedere a promuovere autonomamente un proprio referendum sull’acqua, nonostante la nostra vastissima coalizione sociale abbia appena depositato tre quesiti referendari per l’acqua pubblica e abbia lanciato l’avvio di una grande raccolta firme". "Voglio che sappiate - continua l'esponente del Forum - che ritengo questa scelta gravissima. Perché irrispettosa di un percorso che tantissimi di noi hanno costruito in questi anni in tutti i territori del Paese. Perché antepone gli interessi di partito ad un obiettivo grande, condiviso e di civiltà, come quello per l’acqua bene comune". Bersani ha quindi chiesto all’Italia dei Valori "di recedere immediatamente dal proposito annunciato e di incontrare il Comitato promotore dei quesiti depositati per collaborare alla comune battaglia". [GB]

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