Acqua: il Forum dei movimenti rilancia la battaglia contro la privatizzazione

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Dopo il voto di fiducia alla Camera dei Deputati, con il quale ieri si è concluso l’esame del decreto 'decreto Ronchi' (Decreto legge 135/09) il cui art.15 sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell’acqua potabile in Italia, il 'Forum italiano dei movimenti per l’acqua' annuncia le prossime azioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico

"Il Governo impone per decreto che i cittadini e gli Enti Locali vengano espropriati di un diritto e di un bene comune com’è l’acqua per consegnarlo nelle mani dei privati e dei capitali finanziari" - scrive in un comunicato il 'Forum italiano dei movimenti per l’acqua'. "Ciò avviene sotto il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa mentre non esiste nessun obbligo e le modifiche introdotte per sopprimere la gestione “in house” contrastano con i principi della giurisprudenza europea. Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane o a livello europeo abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e un aumento costante dei consumi, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzioni dei costi.

Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua si è mobilitato da tempo per contrastare questo provvedimento e ricorda che lo scorso anno oltre 400mila cittadini hanno sottoscritto una Legge d’iniziativa popolare per l’acqua pubblica che riconosce il diritto all’acqua ma che la proposta giace da due anni nei cassetti delle Commissioni parlamentari, e di recente ha lanciato la campagna nazionale "Salva l'acqua" alla quale si è registrata un’ampia. Nei giorni scorsi il Forum ha consegnato al Presidente della Camera le 45mila firme a sostegno dell’appello che chiedeva il ritiro delle norme che privatizzano l’acqua.

Il Forum rilancia la battaglia per l'acqua pubblica nei territori, per chiedere agli Enti Locali che si riapproprino della podestà sulla gestione dell’acqua tramite "il riconoscimento dell’acqua come diritto umano e il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica" e nel contempo di sollecitare le Regioni ad attivare ricorsi di legittimità nei confronti del provvedimento. "Questi percorsi di mobilitazione sono percorribile così come dimostrano le delibere approvate dalla Giunta regionale pugliese, dalle tante delibere approvate dai consigli comunali siciliani e nel resto d’Italia, da ultimo quello di Venezia" - scrive il Forum che chiede a tutta la società civile di continuare la mobilitazione attraverso azioni sui territori ed invio di messaggi a tutti i partiti, ai consiglieri comunali provinciali e regionali, ai parlamentari locali.

L'associazione Cittadinanzattiva annuncia intanto l'inizio di una raccolta firme per chiedere un referendum. "Il governo si è bevuto la fiducia dei cittadini" - ha dichiarato Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva. "Blindando l'acqua nel decreto Ronchi, l'esecutivo ha dimostrato di essere più preoccupato di assecondare gli interessi dei gruppi industriali privati che di regolamentare un settore vitale per la società con la costituzione di una Autorità". L'auspicio di Cittadinanzattiva è che la civile opposizione che questa norma ha incontrato finora in Parlamento possa proseguire a livello di Enti locali e Regioni, a partire da quelle che intendono ricorrere alla Corte Costituzionale, per una rapida raccolta firme pro referendum abrogativo che veda nella società civile una convergenza di interessi su un bene che deve rimanere pubblico.

Alcune Regioni hanno già in cantiere un ricorso alla Corte Costituzionale e il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha detto senza mezzi termini che nel decreto ci sono "forzature" rispetto alle competenze regionali che calpestano "la leale collaborazione istituzionale". [GB]

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