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Tortura: Amnesty scrive al governo e denuncia le autorità Usa
Codici di condotta
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La XX Assemblea Generale della Sezione Italiana di Amnesty International, tenutasi nei giorni scorsi a Rimini ha approvato per acclamazione un ordine del giorno che chiede al Parlamento italiano di introdurre un reato specifico di tortura nel codice penale e di ratificare il Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. "A 17 anni dalla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, e dopo aver ricevuto ripetuti richiami da parte degli organismi delle Nazioni Unite che si occupano di diritti umani, l'Italia deve dotarsi urgentemente degli strumenti legislativi per prevenire e punire la tortura; si tratta di un atto dovuto, in particolare a un anno esatto dal voto della Camera dei deputati che approvò l'inaccettabile emendamento sulla cosiddetta 'tortura reiterata' " - riporta l'ordine del giorno.
Circa l'Italia è precisa la nota di Marco Bertotto, presidente uscente della Sezione Italiana di Amnesty International. "Il primo appello che indirizzammo ai parlamentari italiani perché adottassero una legge per criminalizzare la tortura risale addirittura al 1992" - ha ricordato Bertotto nella sua relazione. "Da allora e per ciascuna delle seguenti 4 legislature, abbiamo ripetuto la stessa raccomandazione ai 9 governi che si sono succeduti. Sono passati dai banchi del parlamento circa 4.000 deputati e senatori che hanno approvato migliaia e migliaia di leggi. Poche, pochissime sui diritti umani: nessuna sull'introduzione del reato di tortura. Nel corso di quest'ultima legislatura, eravamo quasi arrivati a conseguire questo risultato, ottenendo il sostegno di numerose cariche istituzionali e soprattutto la presentazione di ben 8 proposte di legge sottoscritte da circa un terzo dei parlamentari". "L'iter di discussione è stato lungo e tortuoso, troppo per un provvedimento così in ritardo e così importante per la credibilità internazionale del paese. Eppure, esattamente un anno fa, dopo mesi di rinvii, la proposta di legge approdò in aula alla Camera dei deputati. E nell'arco di pochi minuti venne trasformata in un mostro giuridico, con l'approvazione di un emendamento della Lega Nord che introduceva l'elemento della reiterazione come fattore costitutivo del crimine di tortura". La questione è ora di nuovo all'esame del presidente Casini e Amnesty International intende continua a fare pressioni sulle istituzioni italiane "affinché venga colmato questo indecoroso ritardo" - riporta la nota.
E sempre Amnesty denuncia che a distanza di un anno dallo shock provocato dalle fotografie uscite dal carcere iracheno di Abu Ghraib, le persone torturate dai soldati statunitensi sono ancora in attesa di un risarcimento, mentre continuano ad emergere prove di abusi subiti da cittadini iracheni ad opera delle loro stesse autorità. "Se da un lato una manciata di soldati sono stati deferiti alla corte marziale, dall'altro il personale di più alto grado all'interno dell'amministrazione Usa è rimasto indenne da un'indagine indipendente, pur avendo autorizzato pratiche che costituiscono maltrattamenti e torture" - denuncia Amnesty. Nemmeno uno statunitense, infatti, è stato incriminato, sulla base dell'Atto contro la tortura o dell'Atto sui crimini di guerra, per gli abusi commessi ad Abu Ghraib e Camp Bucca in Iraq, a Bagram in Afghanistan.
"Il governo Usa deve aprire un'inchiesta indipendente sulle procedure di detenzione e interrogatorio impiegate nel contesto della 'guerra al terrore', e consentire a osservatori indipendenti - come la Croce rossa o gli esperti dell'Onu - di avere accesso a tutti i prigionieri che si trovano sotto la custodia degli Usa" - ha detto Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. "L'opinione pubblica mondiale, ricordando le terribili immagini viste un anno fa, si chiede se le vittime abbiano ottenuto giustizia e quale sia stato, a fronte dei pochi provvedimenti penali o disciplinari sin qui emessi, il ruolo dei più alti in grado, come per esempio il segretario alla Difesa Rumsfeld".
La tortura era ordinaria sotto il governo di Saddam Hussein e la guerra in Iraq fu definita come la premessa per aprire un nuovo capitolo in materia di diritti umani: ma Amnesty International sta ricevendo denunce di prigionieri torturati dalla polizia irachena. [GB]