Serbia, Kosovo, Trentino: si parte dalle piccole comunità locali

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I Balcani stanno attraversando un momento molto delicato, soprattutto per quanto riguarda le relazioni Serbia-Kosovo: come riporta l'Osservatorio Balcani e Caucaso in un recente articolo, i fattori che influenzano la situazione sono numerosi e si intrecciano sulla scacchiera della geopolitica. In primis la questione della minoranza serba in Kosovo. Mitrovica, città nel nord del Paese, è una realtà divisa da un fiume - a nord vivono i serbi, a sud gli albanesi. Seguendo una triste tendenza ormai mondiale, la parte serba aveva costruito un muro (ufficialmente) “di sostegno”, che ufficiosamente era volto a prevenire incursioni dalla parte sud della città. Dopo lunghe trattative, un paio di settimane fa il muro è stato demolito, grazie all'accordo firmato dai rappresentanti del governo del Kosovo, dalla comunità internazionale e dalle autorità locali dei serbi del Kosovo. Per tener fede agli accordi intercorsi, ora toccherebbe ai kosovari cedere terreno, creando la tanto richiesta Associazione dei comuni serbi. Purtroppo su questo aspetto non sono stati compiuti passi avanti. Ad esacerbare ulteriormente gli animi le dichiarazioni del Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg: il quale durante una visita in Kosovo ha sì rivolto un chiamato ad una soluzione pacifica delle controversie, ma ha anche confermato il diritto della polizia del Kosovo ad essere dispiegata in tutto il Paese senza alcun permesso speciale delle autorità internazionali. Il che per uno Stato sovrano e riconosciuto da tutti non dovrebbe essere un qualcosa che dà adito a discussioni, ma vista la storia recente del Kosovo la situazione è alquanto diversa. A queste dichiarazioni bisogna unire quelle di James Mattis, nuovo segretario alla Difesa dell'amministrazione Trump, secondo il quale potrebbe essere giunto il momento della creazione di un esercito kosovaro. Ma come può reagire la Serbia – e, soprattutto, la comunità serba in Kosovo? Ed il Kosovo stesso? L'identità kosovara riuscirà a coinvolgere sia serbi che albanesi, creando un esercito e delle forze di polizia che siano rappresentative di entrambe le parti?

Se a livello politico le relazioni sono così fragili da non permettere di ipotizzare scenari possibili, è altrettanto vero che la collaborazione con altri territori, votati alla pace ed al benessere economico, potrebbe creare nuove alleanze e stabilità. È il caso del Trentino.

Territorio estremamente piccolo e apparentemente insignificante, questa provincia stia contribuendo in maniera attiva nell'intessere relazioni con entrambe le parti. La cooperazione internazionale vive un momento di cambiamenti, ed in provincia si sta seguendo la tendenza a seguire l'approccio della cooperazione tra comunità. Questo rilancia una parità di ruoli, un'eguale dignità ad aiutante ed aiutato: l'importante diventa infatti la relazione, il prendere e dare ciò che di buono ognuno ha da offrire. È questa l'ottica che guida le azioni di ATB, Associazione Trentino con i Balcani. Ed è proprio nella relazione Trentino-Balcani che si sta muovendo qualcosa: non sfuggono infatti gli ultimi incontri istituzionali che si sono avuti tra fine gennaio ed inizio febbraio con Kosovo e Serbia. Il 31 gennaio il Primo Ministro kosovaro Isa Mustafa ha visitato gli uffici di rappresentanza della Provincia Autonoma di Trento a Roma; dal 9 all'11 febbraio la ministra serba alle politiche per la famiglia Slavica Đukić Dejanović è stata in visita ufficiale in Trentino.

A Roma Mustafa ha incontrato l'assessora all'università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo Sara Ferrari: ottimi i rapporti, e l'incontro ha consolidato la lunga e proficua amicizia tra le due parti, mappando il futuro della cooperazione in campo economico. L'incontro ha visto la partecipazione, tra gli altri, anche del ministro delle Finanze Avdullah Hoti. A testimoniare come dalla logica dell'aiuto ci si stia spostando ad una logica legata allo sviluppo economico le parole del premier, che ha affermato: “il percorso di crescita e stabilizzazione intrapreso dal Kosovo nell’ultimo decennio ci consente ora di rinnovare e far evolvere la nostra collaborazione estendendola agli importanti progetti di sviluppo economico, urbano e ambientale messi in campo dal vostro paese che possono trovare nel nostro sistema d’impresa e di conoscenze tecnologiche un partner affidabile e già a voi vicino grazie a 15 anni di cooperazione e solidarietà tra le nostre comunità”. Un'ottica di collaborazione quindi, attraverso lo sviluppo di progetti nel campo delle opere di ingegneria civile e ambientale, nella cooperazione tra sistemi universitari e di ricerca, ed in progetti di sviluppo dell’offerta turistica.

Sulla stessa linea anche la visita della ministra serba Slavica Đukić Dejanović, che durante la visita a Trento ha avuto modo di parlare con vari esponenti del mondo politico locale: “il mio governo - ha spiegato la ministra serba - mi ha chiesto di tornare in Trentino (era già stata in visita una prima volta nel 2015, ndr) per studiare da vicino, in particolare, il sistema di politiche familiari e come un territorio dotato di autonomia ha saputo dotarsi di norme all'avanguardia in questo campo. Siamo molto interessati a trasferire alcune delle vostre buone pratiche in Serbia”. Interesse che è stato accolto favorevolmente, con territori pronti ad aprire nuove strade di collaborazione nelle politiche sociali e sanitarie ed anche a livello economico. Una volta costruita una relazione di fiducia – e questo si è avuto grazie alla cooperazione internazionale – si può lavorare insieme non solo nel sociale, ma anche negli ambiti economici più interessanti: in questo caso, il settore ambientale, agroalimentare, e della meccanica. È in quest'ottica che la ministra, a nome del premier serbo Aleksandar Vučić ha invitato ufficialmente il presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi. "Per noi è un onore - ha affermato Rossi, ringraziando per l'invito ad una visita in Serbia di una delegazione trentina che veda anche la presenza di imprenditori locali interessati - scoprire che su taluni temi quali la salute e le politiche familiari vi sia questa attenzione, è anche un modo per verificare dal confronto con altre realtà se siamo sulla strada giusta".

Novella Benedetti

Giornalista pubblicista; appassionata di lingue e linguistica; attualmente dottoranda in traduzione, genere, e studi culturali presso UVic-UCC. Lavora come consulente linguistica collaborando con varie realtà del pubblico e del privato (corsi classici, percorsi di coaching linguistico, valutazioni di livello) e nel tempo libero ha creato Yoga Hub Trento – una piattaforma che riunisce varie professionalità legate al benessere personale. È insegnante certificata di yoga.

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