S.O.S. Ghiacciai

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I ghiacciai si stanno riducendo. Sono sotto gli occhi di tutti il rapido arretramento della loro fronte, le diminuzioni dello spessore, la frammentazione, la comparsa di isole rocciose, la maggiore copertura detritica, le morfologie superficiali in rapida evoluzione. La velocità di riduzione è aumentata soprattutto dagli anni Ottanta del secolo scorso e i ghiacciai trentini, in linea con il resto dei ghiacciai italiani, hanno perso circa il 70% dell’estensione che era presente soltanto un secolo e mezzo fa. Le simulazioni per la fine del XXI secolo fanno pensare a una possibile scomparsa dei ghiacciai alpini posti sotto i 3000 metri di quota. Il tutto a seguito dell’aumento della temperatura e del conseguente innalzamento del limite delle nevicate.

In questo contesto emerge la necessità di favorire studi e monitoraggi sull’evoluzione dei ghiacciai, come prevede l’accordo di collaborazione attivo dal 2006 tra Provincia Autonoma di Trento e Muse che vede, tra le molte iniziative, l’esame dettagliato di sei ghiacciai provinciali, considerati campione: i ghiacciai della Lobbia (5,8 km2) e dell’Adamello (15,5 km2) nel gruppo montuoso omonimo, il Ghiacciaio d’Agola (0,18 km2) in Dolomiti di Brenta, i ghiacciai del Careser (1,4 km2) e de La Mare (3,7 km2) nel Gruppo del Cevedale e il Ghiacciaio Principale della Marmolada (1,4 km2).

L’evoluzione meteorologica di questo inverno non è stato favorevole per i ghiacciai: nonostante le ultime precipitazioni nevose quelle invernali sono state scarse e inevitabilmente la calura della prossima estate porterà a fusione tutta (e la poca) neve caduta, andando ad intaccare il ghiaccio sottostante. Dal 2012 ad oggi, sui ghiacciai trentini monitorati, ogni anno si registra una perdita media di un metro e mezzo di spessore di ghiaccio, con perdite massime di 4 metri alle quote più basse!

Perché ghiacciai sono così importanti? Possiamo farne a meno? I ghiacciai sono una riserva di acqua utile per scopi civili, agricoli ed energetici. Non meno importante è l’aspetto turistico (e quindi economico), sportivo e alpinistico connesso con la frequentazione dei rifugi. L’uomo sta ora vivendo un forte cambiamento della montagna (e non solo) di cui è necessario raggiungere la consapevolezza per intervenire rapidamente. Il ghiacciaio è la nostra ricchezza e l’evoluzione del genere umano non può in alcun modo essere separata dalla sua conservazione.

 Christian Casarotto glaciologo e mediatore culturale della sezione Geologia del Muse 

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