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Italia: traffico di minori e adozioni internazionali
Codici di condotta
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Il fatto di cronaca che nei giorni scorsi ha portato alla ribalta il fenomeno del traffico internazionale di minori, trova una conferma della drammaticità di questo problema nell'ultimo numero del mensile di Terre des Hommes. L'Organizzazione per la difesa dell'infanzia ricorda infatti che sono 6mila i bambini dell'Est europeo trafficati in europa occidentale e ogni anno nel nostro Paese ben 673 bambini l'anno sono vittime di traffico per scopi di sfruttamento sessuale.
Tra il 17 e 18 settembre, Terre des Hommes ha partecipato al seminario "Human Dignity - Trafficking in Children in Europe" che si è tenuto a Bruxelles nell'ambito del programma Socrates, presentando le azioni realizzate nell'ambito della Campagna Internazionale contro il Traffico dei minori, avviata nel 2002 dalla FITDH (Federazione Internazionale terres des Hommes): un progetto volto a colmare la lacuna esistente nel sistema sistema giuridico italiano in materia di traffico di minori e, dall'altro, a diffondere una maggiore informazione su questo fenomeno tra la cittadinanza. Il nostro Paese, infatti, all'epoca in cui la Campagna ha avuto inizio, era privo di una disciplina idonea a perseguire il crimine del traffico degli esseri umani. Dal luglio 2003 il Parlamento italiano ha finalmente approvato la prima legge contro il traffico di esseri umani (Legge n. 28/03), che, fondata sul principio della tutela del superiore interesse del minore, prevede una disciplina particolarmente severa nel caso in cui vittime di traffico siano bambini.
Per quanto riguarda l'adozione legale dall'estero, la Commissione adozioni internazionali comunica che sta cambiando lo scenario dei minori stranieri adottati dalle coppie italiane: sempre più grandi d'età (tra i 5 e i 9 anni), con disabilità o malattie, di etnie discriminate, con uno o più fratelli. Secondo Graziella Teti, responsabile del settore adozioni internazionali del Ciai questa tendenza "risponde alla necessità di collocare i bambini che non hanno la possibilità di essere adottati nel paese di origine". Aibi ricorda inoltre che "in Italia il 70% dei 5750 bambini adottati da quando la Commissione adozioni internazionali ha iniziato a operare, provengono da nazioni che non hanno firmato la Convenzione dell'Aja e che non garantiscono adeguate tutele per i minori abbandonati". (RB)