Italia: l'educazione militare a scuola

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Alla vigilia della Giornata internazionale della nonviolenza indetta dall'Assemblea Generale dell'ONU del 2 ottobre, i ministri Gelmini - La Russa stipulano un accordo per il corso scolastico “Allenati per la vita” con pratiche militari. Lo riporta Famiglia Cristiana, citando una circolare del comando militare della Lombardia rivolta ai professori della regione. Le organizzazioni italiane per la pace e la nonviolenza protestano.

In cosa consiste il corso che produrrà credito formativo? Lezioni teoriche in diritto e costituzione, corsi di primo soccorso, arrampicata, nuoto, salvataggio e sopravvivenza. In più, percorsi ginnico-militari, tiro con l'arco e con la pistola ad aria compressa.

Secondo il progetto, queste attività "permettono di avvicinare, in modo innovativo e coinvolgente, il mondo della scuola alla forze armate, alla croce rossa e ai gruppi volontari del soccorso”. Inoltre, "la pratica del mondo sportivo militare (...) permette di evidenziare, nel percorso educativo, l’importanza del benessere personale e della collettività attraverso il contrasto al "bullismo" grazie al lavoro di squadra che determina l’aumento dell’autostima individuale ed il senso di appartenenza ad un gruppo”. Sperando che bullismo non si accoppi con nonnismo.

Singolare che questa attività arrivi in un paese che da anni non ha più il servizio militare obbligatorio. Ma non c'è nulla di coercitivo, ci mancherebbe. Tant'è che la circolare dice che a fine corso ci sarà “una gara pratica tra pattuglie di studenti”. Pattuglie. Sembra una "mini-naja" (il progetto caro a La Russa) istituzionalizzata.

Per il direttore di Azione Nonviolenta Mao Valpiana “la nostalgia del Ministro La Russa per i giovani Balilla del ventennio fascista, ha contagiato anche la Ministra Gelmini. Il Ministero della Difesa dovrebbe pensare alla difesa della nazione. Il Ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe pensare all'istruzione dei giovani. Semplice. Confondere la disciplina militare di una pattuglia (che si basa sull'obbedienza cieca) con l'educazione scolastica di una classe (che si basa sul dialogo critico) è un madornale errore. Essere soldati o essere studenti, nella vita sono due vocazioni diametralmente opposte”.

Nanni Salio del Centro Studi Sereno Regis – CSSR - non usa mezze parole: “si tratta di un aspetto che caratterizza le attuali derive di stampo populista e fascista. Una sorta di mancanza sia di senso di responsabilità che delle Istituzioni. Qui la difesa fa il suo mestiere, fa marketing mentre la Gelmini non si rende conto che affascinare i ragazzi all’uso delle armi è un chiaro invito alla violenza come se già non bastassero le diverse organizzazioni di criminalità organizzata che invitano quotidianamente i ragazzini a destreggiarsi con questi strumenti di morte”. Nanni Salio è stupito anche per il periodo scelto. Alla vigilia della Giornata internazionale della nonviolenza indetta dall'Assemblea Generale dell'ONU del 2 ottobre in occasione della nascita di Gandhi. Per tale data il CSSR ha organizzato un convegno su ecologia e nonviolenza.

Il 9 ottobre a Genova vi sarà la conclusione del decennio internazionale per una cultura di pace proclamato dalle Nazioni Unite. “Cosa hanno fatto le nostre Istituzioni nazionali a riguardo? Praticamente nulla – continua Sallio – nonostante l’ invito dei diversi premi Nobel per la Pace. Era un invito esplicito ad essere educati alla nonviolenza e quindi c’è una totale disattenzione,che da la misura sia dell’ignoranza che dell’indifferenza”.

Chiude Flavio Lotti della Tavola per la Pace: “A questa straordinaria offerta formativa ed educativa delle Forze Armate ai giovani studenti lombardi si aggiunge un concorso civico/letterario che - ci tiene a precisare il Generale Milato a capo del Comando Militare Esercito Lombardo - a differenza delle precedenti edizioni che contemplavano esclusivamente degli elaborati scritti aventi come tema delle lettere ad amici militari impegnati in Operazioni di Pace, sarà adesso vario e diversificato, basato sul 150° dell’Unità d’Italia”. I premi ammontano a 60.000€.

La Tavola per la Pace si chiede: “ Questa è la scuola che vogliamo per i nostri figli?” [F.P.]

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