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EU: Banche Europee poco trasparenti e dimenticano i diritti umani
Codici di condotta
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Le principali istituzioni bancarie europee sotto accusa. Da un rapporto al Parlamento Europeo redatto dall'eurodeputata spagnola Monica Ridruejo, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) non rispetta le regole basilari di trasparenza e corporate governance. "La BEI non aderisce alle regole di corporate governance, che dovrebbe osservare in quanto banca pubblica sovranazionale e istituzione di prestito più grande al mondo" - afferma nelle prime righe il rapporto della Ridruejo.
I paesi membri dell'UE sono proprietari congiunti della BEI, ma le informazioni pubbliche che la banca fornisce sui potenziali conflitti di interesse dei direttori sono superficiali e spesso sbagliate. Il consiglio di amministrazione comprende persone che hanno ruoli dirigenziali in 11 banche commerciali o altre compagnie, ma il rapporto annuale della BEI e il sito web ne menzionano solo 2. La banca afferma pubblicamente che 2 dei suoi direttori, l'italiano Rainer Masera e il francese Pierre Richard, sono presidenti o direttori esecutivi di banche commerciali. Ma queste banche, la Francese Dexia e l'Italiana Sanpaolo IMI, sono anche le banche intermediarie della BEI, gestendo circa 4 miliardi di euro prestati in Francia e 5.9 miliardi in Italia lo scorso anno. Sanpaolo IMI e' anche la maggiore azionista di altre due banche intermediarie della BEI. Non c'è alcun riferimento pubblico da parte della BEI all'appartenenza di Richard nei consigli di Air France, Le Monde, Generali France Holding e l'Americana Financial Security Assurance. Nè' c'è riferimento alle 29mila azioni della Dexia che Richard possiede, o alle 177 mila azioni possedute da Masera e sua moglie nella Sanpaolo IMI.
Secondo la Ridruejo, la BEI dovrebbe avere standard migliori delle banche private in quanto è finanziata da tutti i contribuenti dell'UE.
La parlamentare è stata oggetto di pressioni affinchè ritirasse il rapporto che è però stato mantenuto dal Comitato per gli Affari Economici e monetari del Parlamento Europeo.
Una coalizione di Ong internazionali ha accolto con favore la decisione, ma rimangono preoccupazioni che la discussione che si terrà nei prossimi giorni finisca con l'affossamento del rapporto. "La BEI non riesce ad applicare gli standard che tutti si aspettano da un'istituzione finanziaria pubblica europea e per questo c'è bisogno di cambiamenti radicali" - ha affermato Magda Stoczkiewicz, responsabile della "Campagna europea per la riforma della BEI" per il Network CEE Bankwatch e per Friends of the Earth International. "Crediamo che l'Unione europea abbia un importante ruolo nello stimolare la riforma della BEI e per questo chiediamo una discussione approfondita in merito ai temi sollevati dal rapporto della Ridreujo".
Sotto i riflettori anche la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD).
In una lettera inviata congiuntamente, Human Rights Watch (HRW) e CEE Bankwatch Network chiedono che la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) sospenda tutti i prestiti al settore pubblico dell'Uzbekistan finchè il governo Uzbeko non farà progressi reali nel rispetto dei diritti umani come richiesto dai principi della EBRD stessa.
Nei prossimi giorni, il consiglio dei direttori della EBRD deciderà sul livello di impegno finanziario con l'Uzbekistan. Questo mese, infatti, segna la scadenza del periodo di un anno che l'ERBD aveva concesso al governo Uzbeko per permettergli di fare progressi sostanziali e misurabili in una serie di questioni che la banca ha deciso nella sua strategia nel Marzo 2003. Tre delle questioni riguardano specificatamente i diritti umani: maggiore apertura politica e libertà di stampa, il libero funzionamento e registrazione di gruppi indipendenti della società civile e l'implementazione delle raccomandazioni del relatore speciale dell'ONU sulla tortura.
Human Rights Watch documenta la persistente incapacità del governo Uzbeko ad adottare le necessarie riforme in queste tre aree. Finchè queste riforme non saranno adottate, la banca dovrebbe bloccare qualsiasi suo investimento di cui beneficia il governo. HRW ha detto che si possono fare delle eccezioni per i progetti che riguardano la salute, l'educazione e il benessere della popolazione. Tuttavia questi progetti dovrebbero essere strettamente monitorati per assicurare che raggiungano gli obiettivi stabiliti.
Il governo non ha permesso a un solo partito politico o ad un gruppo per la difesa dei diritti umani di registrarsi. La censura informale dei media persiste. Torture e maltrattamenti nelle prigioni rimangono diffusi e avvengono in quasi totale impunità. Dal Maggio 2003, almeno 4 persone sono morte in custodia della polizia, apparentemente a causa di torture. A più di un anno dopo la pubblicazione del rapporto del relatore speciale dell'ONU sulla tortura, il governo non ha pubblicato una versione finale del Piano di Azione Nazionali per implementare le raccomandazioni, nonostante abbia promesso di farlo entro la fine del 2003. [GB]