Polli: Lav, il Governo estenda l'etichetta anche in Ue

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La LAV guarda con interesse alla campagna informativa promossa dagli assessorati all'Agricoltura di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto per l'etichettatura volontaria dei polli allevati nel loro territorio, in cui gli allevatori che aderiranno all'iniziativa inseriranno anche il metodo di produzione adottato. "Gli assessori regionali di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto incoraggiano con questa campagna quanto la LAV aveva già richiesto nella petizione indirizzata al Governo italiano per integrare e migliorare la proposta di direttiva UE sugli allevamenti avicoli: l'indicazione in etichetta del tipo di allevamento e di alimentazione" - commenta Roberto Bennati, responsabile campagne europee della LAV - "ora ci aspettiamo che il Governo prenda atto di questo passo avanti suggerito dalle Regioni e accettato dal mondo della produzione avicola ed estenda questa impostazione a livello nazionale".

La petizione LAV, che ha già raccolto oltre 30.000 firme, chiede inoltre al Governo nazionale di farsi promotore in ambito comunitario di integrazioni alla proposta di Direttiva UE, che si limita ad armonizzare alcune pratiche di allevamento nei 25 Paesi dell'Unione Europea, affinché siano inserite norme che prevedano migliori condizioni di allevamento per i polli cosiddetti "da carne" (broiler) quali la riduzione del numero di animali per ciclo produttivo, il divieto di esposizione forzata alla luce artificiale, condizioni adeguate di umidità e temperatura, il divieto di selezioni genetiche, l'estensione di standard minimi per i riproduttori di pulcini; un sistema di etichettatura obbligatoria che riporti, come per le uova, il sistema di produzione adottato; la riconversione degli allevamenti al chiuso in impianti all'aperto.

"Alle Regioni invece chiediamo un impegno in più: la crisi del settore avicolo è una crisi degli allevamenti intensivi, è necessario quindi cambiare le modalità di allevamento dei polli, garantendo a questi animali condizioni di vita rispettose della loro natura: normali ritmi di crescita, spazio e movimento, adeguato riposo e alimentazione, accorgimenti che consentano un minor ricorso all'uso massiccio di antibiotici che, a causa dei residui nelle carni, costituiscono il vero problema per la loro salubrità" - conclude Bennati.

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