Donne: giornata contro la violenza

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Il 25 novembre è stato proclamato "Giornata Internazionale contro la violenza alle donne" nel 1981 dalla prima conferenza latinoamericana delle donne a Bogotá in Colombia. Malgrado l'insieme di miglioramenti apportati negli ultimi anni in alcuni paesi, soprattutto con l'adozione di dispositivi legislativi che le sanzionano, le violenze contro le donne continuano a essere la violazione dei diritti umani più diffusa nel mondo.

Oggi 25 novembre 2003 le associazioni femministe e per i diritti umani celebrano questa giornata con diverse iniziative di sensibilizzazione: Amnesty International presenta un accordo di cooperazione tra istituzioni, enti, organizzazioni e associazioni, per diffondere la cultura della conoscenza e del rispetto dei diritti delle donne e delle bambine.

Secondo una valutazione dell'Unicef, tra il 20 e il 50% delle donne in Europa ha subito delle violenze.

La violenza all'interno della famiglia è la forma più diffusa; il sistema della prostituzione coinvolge poi in Europa 500.000 donne, vittime della tratta e provenienti prevalentemente dall'Europa dell'est e dall'Africa.
L'Assemblea Europea per i Diritti delle Donne, organizzata nel corso del Social Forum Europeo di Parigi, ha affrontato questo tema sostenendo che "questa violenza trova le sue radici nel dominio maschile che segna i rapporti sociali di sesso, nelle discriminazioni che questa violenza contribuisce a rinforzare in seno alla famiglia e nella società. (...) Per noi - sostengono le donne del FSE - gli stati sono da considerare responsabili perché non applicano le leggi contro le violenze fatte alle donne e non rispettano le convenzioni internazionali per eliminare tutte le forme di discriminazione verso le donne".

Tra le molte storie di violenza che non hanno avuto giustizia da parte delle autorità di governo, quella di Ciudad Juarez e Chihuaua in Messico: nelle cittadine di confine tra Messico e Stati Uniti dal 1993, 370 donne sono state assassinate e altre 400 sono "scomparse" senza lasciare tracce. Molte delle vittime lavoravano in fabbriche dove erano sfruttate da compagnie straniere in cerca di lavoro a basso costo. Solo da quando Amnesty International, nell'agosto scorso ha dato inizio a una ricerca sul luogo per documentare i casi irrisolti e dare avvio a una campagna contro il governo messicano, qualcosa ha cominciato a muoversi. Le organizzazioni della campagna "Fermiamo l'impunità: non più una donna morta" chiedono allo stato messicano di mettere fine all'impunità. E' stata organizzata anche una manifestazione online chiamata Operacion Digna. [RB]

Altre Fonti: ItalyIndymedia, Social Press

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