Adesione Queer for Peace alla manifestazione 8 novembre

Stampa

Mentre la comunità internazionale aspetta inerte la ripresa dei colloqui di pace, Israele continua nella sua politica di totale destabilizzazione della società e delle istituzioni palestinesi, di violenza e aggressione di civili e militanti politici e di distruzione di case e infrastrutture. La costruzuione del muro di accerchiamento dei territori occupati poi, oltre a permettere ad Israele l'annessione dei territori palestinesi più fertili e delle sue risorse idriche, dimostra chiaramente quello che i movimenti pacifisti da tempo denunciano: la trasformazione, anche visiva, dei territori in enormi campi di concentramento sotto il totale controllo israeliano.
Non neghiamo le paure di Israele e il suo diritto ad esistere, ma crediamo che il terrorismo palestinese trovi nell'occupazione stessa la sua ragion d'essere e che la violenza e l'odio contro israele possano essere diretta conseguenza della sublimazione della dignità di un popolo oppresso e imprigionato sulla propria terra.
La politica del terrore di Sharon allontana una possibile soluzione pacifica e pone l'intera popolazione israeliana in un costante pericolo, tanto che aumenta sia il fronte pacifista che l'obiezione militare.
L'estrema gravità della situazione impone a tutti e tutte noi un impegno concreto per fermare il massacro partendo da noi e dalle nostre responsabilità individuali e collettive.
Durante la nostra missione di pace gay e lesbica, lo scorso Giugno, abbiamo potuto constatare la lontananza che c'è fra la vita reale nei territori e la sua rappresentazione massmediologica. Mentre in occidente si parlava di Road Map e di terrorismo, in Palestina continuavano gli omocidi selettivi, le retate notturne, l'abbattimento di case e infrastrutture, la mortificazione e l'umiliazione quotidiane di un popolo ridotto in schiavitù sulla propria terra. Abbiamo constatato come il mancato sviluppo sociale, come i percorsi di leberazione sessuale, sia dovuto quasi completamente all'occupazione piuttosto che ad una reale scelta politico culturale. I luoghi d'incontro gay e i timidi tentativi di associazione sono stati spazzati via dalla violenza israeliana allo scoppio della seconda Intifada che ha costretto di nuovo gay e lesbiche alla doppia oppressione sociale e militare.
Abbiamo visto il muro, il filo spinato, i fossati e i reticolati elettrificati. Abbiamo provato orrore e sgomento così come lo provammo in passato davanti ai documenti e alle foto di Auschwitz e Dachau.
Sabato 8 saremo in piazza per dire basta all'occupazione, al muro e alla logica della violenza . Per la libertà e l'eutodeterminazione dei corpi e dei popoli.

Queer for peace, gay lesbiche trans contro la guerra
QfP: Movimento Omosessuale Sardo (Sassari), circ. Mario Mieli, Queering sapienza (Roma), Azione gay lesbica (Firenze), circ. Pink (Verona), Antagonismo gay (Bologna), circ. Maurice (Torino), Movimento Italiano Transessuali naz., circ. Arci Borderline

Fonte: dalla mailing list del Forum Sociale Europeo

Ultime su questo tema

Celebrato il pacificatore solo silenzio mentre a Gaza si continua a morire

20 Ottobre 2025
Arma infame: peggiorano fame e malattie. I coloni bloccano i camion e il valico di Rafah resta chiuso. Per debellare meningite, diarrea, malattie respiratorie ci vorrà un lavoro «gigantesco». ...

Siria, prime elezioni dopo la caduta di Assad

12 Ottobre 2025
Nelle prime elezioni parlamentari indirette, il volto del nuovo potere preoccupa le minoranze con l’incognita Israele. (Alessandro De Pacale)

Sindaci, cittadini e lavoratori portuali contro le armi

25 Settembre 2025
Ravenna, Genova, Trieste e Sardegna dimostrano che la responsabilità civile e istituzionale può trasformarsi in azione concreta contro la guerra. (Laura Tussi)

Mio fratello Ibrahim

20 Settembre 2025
Un pellegrinaggio sui campi da rugby italiani, con lo scopo di condividere e raccontare le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini) 

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

Video

A. Nanni (ACLI): Cittadinanza