Vertice Onu: fallimento su diritti umani, povertà e nucleare

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Con l'inizio oggi del summit delle Nazioni Unite a New York (14-16 settembre) si susseguono i comunicati delle associazioni internazionali. Dopo la denuncia delle politiche al ribasso dei leader mondiali fatta Global Call to Action against Poverty (GCAP - la Coalizione internazionale contro la povertà) che ha definito "oltraggiosi" gli scarsi progressi nella lotta alla povertà, Amnesty International nota "l'evidente capitolazione dei leader mondiali di fronte alle pressioni di una sparuta minoranza di Stati sulle riforme dei diritti umani": "il testo proposto sul Consiglio dei diritti umani è palesemente inadeguato, manca degli elementi minimi essenziali ed è poco più che un cambio di denominazione della discreditata Commissione dei diritti umani".

"È del tutto inaccettabile che a un piccolo gruppo di paesi che presentano un quadro problematico in termini di diritti umani, guidati da Cina e Russia, sia permesso di bloccare la creazione di un Consiglio dei diritti umani più forte, efficace e autorevole. Gli Usa e il Regno Unito hanno a loro volta la responsabilità di non aver difeso la proposta in un momento cruciale del negoziato" - ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. Amnesty chiede a tutti i governi di presentarsi oggi al Summit Onu con un pacchetto credibile di riforme sui diritti umani. "Se i leader mondiali non faranno nient'altro che adottare un testo ampio e vago che delega tutte le decisioni sostanziali all'Assemblea generale, avranno gettato alle ortiche un'opportunità storica. Questa dannosa mancanza di leadership getterà un'ombra oscura sull'intero Summit e rappresenterà un tradimento nei confronti di milioni di persone vulnerabili nel mondo" - ha affermato Pobbiati.

Anche Greenpeace denucia il fallimento dei leader mondiali di fronte all'escalation della minaccia nucleare globale: "Non c'è accordo su un testo che riguardi i temi della proliferazione nucleare e del disarmo e, mentre le versioni precedenti del testo contenevano riferimenti alla minaccia atomica e alle armi nucleari, il testo di oggi non menziona nessuna delle due". "I governi hanno perso una opportunità storica: l'insuccesso nel rafforzare il Trattato contro la proliferazione atomica durante questo Summit e nel fissare una moratoria al riprocessamento delle scorie atomiche significa che casi come quello dell' Iran, sono probabilmente solo la punta dell'iceberg. Il mondo ora è di gran lunga più pericoloso" - ha commentato Nicky Davies, portavoce di Greenpeace per il disarmo.

Il summit sta anche fallendo nell'affrontare temi ambientali di importanza cruciale. "E' incredibile che i governi non riaffermino gli impegni a favore dello sviluppo sostenibile precedentemente assunti" - ha notato il direttore politico di Greenpeace Jean-Luc Roux. "Ci aspettavamo che i leader mondiali adottassero gli impegni assunti durante il G8 di Gleneagles. I cambiamenti climatici sono un pericolo concreto e attuale per la comunità mondiale, eppure i governi sono paralizzati; non guardano oltre il loro interesse economico a breve scadenza". Greenpeace accoglie positivamente l'impegno dei governi che si interessano a lavorare per una "struttura maggiormente integrata" per le attività a favore dell'ambiente. "E' un piccolo passo - ma ancora una volta non hanno fatto un salto decisivo verso la creazione di un'organizzazione delle Nazioni Unite per l'ambiente" - ha concluso Roux.

E, per quanto riguarda le riforme, lo stesso Segretario generale Kofi Annan ha ammesso che i rappresentanti dei 191 Paesi membri dell'Onu hanno fallito l'obiettivo di dare all'organizzazione le riforme di cui questa aveva bisogno. Annan ha detto che sono comunque stati raggiunti importanti "compromessi" su come proteggere i civili dal genocidio, dai crimini di guerra e dalla pulizia etnica. "Ma, siamo franchi gli uni con gli altri e con le popolazioni delle Nazioni Unite - ha detto Annan - non abbiamo ancora ottenuto l'ampia e fondamentale riforma che io stesso e molti altri riteniamo necessaria". Secondo Annan, gli errori "più gravi" riguardano proprio il mancato accordo "sul disarmo e sulla non-proliferazione nucleare", causato da un eccessivo "arroccamento" sulle proprie posizioni da parte dei negoziatori. [GB]

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