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Celebrato il pacificatore solo silenzio mentre a Gaza si continua a morire
Attivismo
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Immagine: Unsplash.com
Coloni e destra armata
‘Tzav 9’: i suoi membri sono coloni e riservisti dell’esercito che si oppongono a qualsiasi ingresso di aiuti umanitari a Gaza. Hanno attaccato numerosi convogli, saccheggiato i carichi, distrutto e calpestato sacchi di farina, appiccato il fuoco ai mezzi. Ritengono che Hamas abbia violato l’accordo di cessate il fuoco e che si rifiuti di rilasciare i corpi degli ostaggi rimasti a Gaza. Washington e il presidente Trump hanno assicurato, al contrario, che il gruppo palestinese li sta cercando, spiegando che l’intesa prevedeva la consegna dei resti di cui si conosceva l’ubicazione.
Il ricatto persino sui cadaveri
Ma anche i morti palestinesi sono merce di scambio. Con l’inizio della tregua Israele ha restituito i resti di decine di palestinesi, ma altre centinaia sono sparsi nei ‘cimiteri dei numeri’ e negli obitori, segnala Michele Giorgio. Un tormento in più per i familiari che non sanno ancora se i loro figli sono morti, dispersi o prigionieri dove. «Nessun aiuto passerà – dichiara il gruppo israeliano – fino a quando l’ultimo dei defunti non sarà restituito». I camion erano diretti al valico di Kerem Shalom, l’unico attraversamento, insieme a quello di Kissufim, da cui sta passando qualcosa. Non abbastanza e comunque meno di ciò che era stato concordato, denuncia Eliana Riva.
Circa 560 tonnellate di cibo per ogni giorno di cessate il fuoco, secondo il Programma alimentare mondiale (Wfp), «ancora sotto il necessario» precisa da Ginevra la portavoce Abeer Etefa.
Programma alimentare mondiale
Il piano del Wfp è di aumentare gradualmente gli aiuti fino a raggiungere 1,6 milioni di persone nei prossimi tre mesi. Ma si deve agire in fretta, «perché questi bambini, le madri incinte, quelle che allattano sono in grave stato di insicurezza alimentare da molti mesi». E si deve lavorare anche sulle condizioni sanitarie, che rimangono disastrose. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha fatto sapere che le malattie infettive a Gaza stanno «sfuggendo al controllo». Per debellare meningite, diarrea, malattie respiratorie ci vorrà un lavoro «gigantesco».
Hamas, il valico di Rafah e il disarmo
In una dichiarazione pubblicata sui propri canali social, Hamas ha chiesto alla comunità internazionale di fare pressione su Israele affinché apra il valico di Rafah, secondo gli accordi stipulati per il cessate il fuoco. Ringraziando lo sforzo dei mediatori per il raggiungimento dell’intesa, il gruppo palestinese ha chiesto a Egitto, Qatar e Turchia di garantire l’ingresso degli aiuti umanitari e proseguire nell’attuazione delle fasi successive del piano. Oltre alla ricostruzione e all’insediamento di un comitato di tecnocrati palestinesi (a cui Usa e Paesi arabi starebbero lavorando), si dovrà parlare di disarmo. E i toni del governo degli Stati uniti si stanno facendo più accesi, avverte il Manifesto...