Ong: rivedere l'accordo Italia-Libia, 'dirty deal' per scaricare i migranti

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"Chiediamo che sia rinegoziato l'accordo tra Italia e Libia sull'immigrazione perchè mancano garanzie sui diritti umani". Lo ha affermato il portavoce di Amnesty International per l'Italia, Riccardo Noury, intervenendo ieri alla manifestazione "Io non respingo" in piazza Farnese. "Lo stato italiano, con il respingimento di 500 immigrati in Libia ha già violato i principi internazionali in materia di diritti umani" - ha spiegato Noury. "Abbiamo rilevato gravi violazioni dei principi internazionali in materia di diritti umani degli immigrati che coinvolgono sia l'Italia nella fase di respingimento che la Libia nella detenzione".

"Il primo ministro Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi stanno costruendo il loro accordo di amicizia a spese di individui, di altri paesi, ritenuti sacrificabili da entrambi" - ha detto Bill Frelick, direttore per le politiche dei rifugiati di Human Rights Watch, nel giorno della visita del leader libico in Italia. L'associazione Human Rights Watch denuncia da tempo le violazioni dei diritti dei migranti nei centri di detenzione libici e le complicità della polizia libica con i trafficanti. Riguardo al "Trattato di amicizia e cooperazione tra Italia e Libia" - firmato l'anno scorso a Tripoli da Berlusconi e Gheddafi e ratificato - nonostante le numerose critiche delle associazioni umanitarie - lo scorso febbrario, Bill Frelic ha aggiunto che "Più che un trattato di amicizia si direbbe uno sporco accordo per permettere all'Italia di scaricare i migranti e quanti sono in cerca di asilo in Libia e sottrarsi ai propri obblighi".

Ieri in occasione della visita in Italia del leader libico Muammar Gheddafi, le associazioni Fortress Europe e Melting Pot hanno promosso a Roma e in numerose città italiane diverse manifestazioni e iniziative per promuovere l'appello "Io non respingo" e per protestare contro i respingimenti, il Trattato Italia-Libia e a favore della tutela dei diritti dei migranti e dei rifugiati.

Per l'occasione, l'ampio cartello di associaziazioni del 'Tavolo Asilo' ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, "per chiedere attenzione verso i diritti umani e il diritto d’asilo, il quale risulta profondamente a rischio a seguito della politica perseguita dall’Italia nel Mediterraneo". Nella lettera aperta, le associazioni esprimono "profonda preoccupazione e rammarico per la mancanza di trasparenza" che ha caratterizzato le operazioni di effettuate dalla Marina militare italiana che ha ricondotto forzatamente in Libia alcune centinaia di persone, 471 secondo quanto riferito dal Ministro dell’Interno durante un’interrogazione parlamentare.

Nella lettera le associazioni - tra cui il Centro Astalli del Jesuit Refugees Service (Jrs), il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), Amnesty International e la Società italiana di medicina delle migrazioni - sottolineano che numerose convenzioni internazionali ratificate dall’Italia, ma anche il Testo unico sull’immigrazione nella legislazione italiana, "vietano le espulsioni, i respingimenti e ogni forma di rinvio, diretto o indiretto, verso luoghi nei quali esista un serio rischio che le persone rinviate possano essere vittime di tortura, persecuzione, altre gravi violazioni dei diritti umani e conflitti armati o condizioni di violenza generalizzata".

Le associazioni firmatarie evidenziano infine che "nonostante le ripetute richieste di trasparenza, non sono stati resi pubblici gli accordi tecnici in materia d’immigrazione stipulati tra Italia e Libia negli ultimi anni". La nota del 'Tavolo Asilo' si conclude con un appello affinché sia "assicurata una prassi basata sul soccorso, la prima accoglienza e l’identificazione dei gruppi vulnerabili tra cui i richiedenti asilo, le vittime di tratta e i minori e che i migranti intercettati vengano portati a terra in Italia dove possano essere identificati, presentare richiesta di protezione internazionale e ricevere adeguate cure mediche, con un’analisi dei casi individuali svolta in conformità con le norme vigenti". [GB]

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