Myanmar: Amnesty chiede il rilascio dei manifestanti arrestati

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Dopo aver chiesto al Consiglio di sicurezza dell'Onu di imporre immediatamente un embargo totale e obbligatorio sulle armi a Myanmar, Amnesty International ha sollecitato oggi il Consiglio Onu dei diritti umani, convocato in sessione speciale, a pretendere dal governo di Myanmar/Birmania il rilascio di tutte le persone arrestate nel corso delle manifestazioni pacifiche degli ultimi giorni. Secondo quanto riporta l'agenzia Asianews nei giorni scorsi sono stati arrestati almeno 700 monaci e altre 500 persone in tutto il paese, ma fonti riportate dalla http://www.cdt.ch/interna.asp?idarticolo=tio353536&idtipo=2 parlano di circa 4000 monaci deportati nelle prigioni nel nord.

"Abbiamo chiesto al Consiglio dei diritti umani di condannare fermamente le gravi violazioni dei diritti umani in corso a Myanmar e di chiedere la cessazione immediata della repressione nei confronti dei dimostranti pacifici" - si legge nella dichiarazione che Amnesty International ha presentato all'organismo dell'Onu. "Il governo di Myanmar deve dare conto di tutte le persone arrestate dalle sue forze di sicurezza, dall'esercito e dalla polizia. Non devono essere trattenute in centri segreti di detenzione e devono poter avere accesso ad avvocati indipendenti, medici e familiari. Il governo di Myanmar ha inoltre l'obbligo di far sapere dove si trovano e di cosa sono imputati gli arrestati nonché di garantire che non siano sottoposti a maltrattamenti e torture" - riporta la dichiarazione.

Secondo Amnesty International, il rischio che i manifestanti arrestati subiscano torture è elevato, data la persistenza di questo fenomeno da decenni, accompagnato dall'impunità più totale. L'organizzazione per i diritti umani continua a chiedere al governo di Myanmar di rilasciare tutti i prigionieri di coscienza, oltre 1150 prima dell'attuale crisi, insieme alle oltre 150 persone arrestate ad agosto, nei primi giorni di protesta, a meno che queste ultime non siano incriminate per un reato di accertata natura penale.

Amnesty International ha chiesto al Consiglio dei diritti umani di assicurare che il Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani a Myanmar continui a svolgere il suo importante lavoro, visitando il paese e riferendo allo stesso Consiglio dei diritti umani, all'Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Infine, considerando la situazione stabilmente grave dei diritti umani a Myanmar, Amnesty International ha sottolineato che costituirebbe un segnale positivo di attenzione da parte dell'Onu se l'Alto commissario per i diritti umani Louise Arbour visitasse il paese.

Prosegue intanto la raccolta di firme promossa dalla Sezione Italiana di Amnesty International con l'appello per la scarcerazione dei manifestanti arrestati nei giorni scorsi che ha già raccolto oltre 35.000 adesioni. E domani, mercoledì 3 ottobre, si terrà una nuova manifestazione di Amnesty International per chiedere il rispetto dei diritti umani a Myanmar: l'appuntamento è a Napoli, in piazza del Gesù, a partire dalle 17.30.

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