Italia: oggi mobilitazione nazionale delle associazioni in favore dei diritti sociali

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Disoccupazione, povertà, non autosufficienza, casa, difesa della Costituzione, riforma del carcere. Sono questi i temi che pongono all'attenzione le numerose associazioni del volontariato e del terzo settore che oggi promuovono in diverse città italiane la mobilitazione "I diritti alzano la voce".

“Il messaggio che si intende lanciare è chiaro e semplice. – spiegano i promotori. Il welfare è nato per tutelarci dai rischi e dalle difficoltà che tutti incontriamo nella vita. Proprio per questo dobbiamo renderlo più moderno ed efficace. Eliminare gli sprechi è possibile e doveroso, ma smantellare il nostro sistema di sicurezza sociale renderebbe la vita di tutti noi molto più dura”. Per l'occasione verranno presentate "Dieci proposte per un'Italia civile".

La mobilitazione promossa mira a raccogliere le firme della campagna “I diritti alzano la voce” nata nella primavera del 2009, quando alcuni esponenti del terzo settore - sulla spinta di “una insoddisfazione profonda per come i temi del welfare sono affrontati dalla politica e dai media” - ha deciso di dar vita a "Manifesto per il welfare", per riaffermare i principi etici e politici che dovrebbero guidare una riforma del welfare.

Le “Dieci proposte” – sulle quali verrà organizzata una raccolta di firme che partirà proprio il oggi 27 febbraio – riguardano aspetti centrali per un nuovo welfare: varare i Livelli essenziali di assistenza da garantire su tutto il territorio nazionale; estendere l’indennità di disoccupazione a tutti i disoccupati e limitare l’uso dei contratti flessibili affinché non si traducano in precarietà; introdurre il reddito minimo di inserimento; dotare il Fondo nazionale per la non autosufficienza di risorse adeguate; definire un Piano nazionale per la chiusura degli istituti segreganti per le persone con disabilità; investire nella formazione degli adulti e in progetti di riqualificazione professionale per disoccupati e cassintegrati; dare la cittadinanza e il diritto di voto ai migranti che da cinque anni risiedono in Italia, riconoscendo come italiani i figli degli stranieri che nascono nel nostro paese; aumentare le risorse destinate all’aiuto ai Paesi poveri dallo 0,16% allo 0,7% entro il 2015; riformare il sistema carcerario ricorrendo alle misure alternative quando non c’è pericolosità sociale; combattere l’evasione fiscale e usare le risorse incassate per garantire i diritti sociali.

Per gli organizzatori della campagna, "il dibattito politico sul welfare parte da un assunto del tutto sbagliato: quello della riduzione dei costi. Come se - spiegano - qui non fosse in gioco la vita delle persone. La protezione dai rischi che l’esistenza comporta, infatti, è alla base della nascita dello stato sociale, che ha dato legittimazione e spessore sociale alla stessa democrazia. È chiaro a tutti che il welfare va riformato, e in profondità. Disoccupati, persone povere e non autosufficienti non trovano risposte adeguate ai loro problemi. Ma, appunto, il principio che dovrebbe guidare la riforma del nostro stato sociale dovrebbe essere quello di renderlo capace di maggiore protezione, non quello di ridurre i costi".

Aderiscono alla campagna:Antigone, Arci, Arciragazzi, Associazione Città visibile, Associazione Familiari Alzheimer Pordenone Onlus, Associazione Welcome, Auser, Centro Iniziative e Ricerche Euromediterraneo (Cirem) - Napoli, Comitato Diritti Civili delle Prostitute, Comunità Saman, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), Emmaus Italia, Erit Italia, Eurocare Italia, Federazione Internazionale “Città sociale” - Campania, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish), Federazione Italiana Organismi per le Persone senza Dimora (fio.PSD), Federazione Scs/Cnos - Salesiani per il sociale, Forum Droghe, Gruppi di Volontariato Vincenziano - Aic Italia, Ires Campania, Jesuit Social Network (Jsn) Italia, Lunaria, Movi, Movimento Rinnovamento democratico, Solidarietà e Cooperazione - Cipsi

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