Italia: cooperazione dal basso per un'Africa in piedi

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Il convegno "L'Africa in piedi in aiuto all'Occidente", in corso in questi giorni presso l'Università di Ancona, "è uno dei pochi incntri in cui gli italiani più che parlare, ascoltano gli africani" - ha commentato Eugenio Melandri, coordinatore nazionale della campagna 'Chiama l'Africa', impegnata con altri organismi e enti umanitari nel proporre un'immagine del continente diversa da quella tradizionalmente diffusa dai media. È il quarto anno consecutivo che il mondo associativo e la provincia di Ancona, in collaborazione con l'Università, il Centro missionario locale e le comunità africane marchigiane, si incontrano per dare voce all'Africa.

"Se l'Africa non può stare in piedi, lasciateci cadere" - ha detto all'apertura dei lavori Albert Tevoedjré, sociologo ed economista del Benin, rappresentante speciale dell'Onu per la Costa d'Avorio fino al gennaio scorso. Il bisogno di memoria è una parte importante che l'Africa può avere nel futuro del mondo. Perché senza il passato non c'è futuro, non a caso Tevoedjré cita Hitler ("Quello che colpisce il borghese occidentale del nazismo è che ha attaccato l'uomo bianco, ma quello che io vedo oggi qui è l'uomo africano umiliato nel suo essere, nella sua cultura, nella sua economia"). Tevoedjré ha sostenuto che la negritudine, corrente filosofica e politica che ha sostenuto le prime indipendenze africane, in particolare il Senegal, è un pensiero di solidarietà, di riconoscimento di sé e dell'altro come pari, nei diritti e nei doveri sociali.

La solidarietà ha guidato la discussione odierna, a partire dal riconoscimento dell'essere africano come uomo e donna adulti, in grado di soddisfare i propri bisogni, per prima l'autosufficienza alimentare, come ha spiegato Saliou Sarr, Presidente della Federazione degli agricoltori di riso del Senegal, per continuare per il riappropriarsi del proprio sapere, come ben ricorda l'antropologo italiano Bernardo Bernardi che da più di 50 anni spiega la cultura africana, apparentemente così distante dalla nostra.

Jean Leonard Touadi, giornalista da molti anni presente nel nostro paese, ha spiegato perché lo sviluppo che viene proposto è uno sviluppo condizionato, come se l'Africa fosse un bambino bisognoso del paterno aiuto del ricco Nord. Non a caso Anne-Cècile Robert propone una visione afro-ottimista del futuro, che sarà l'Africa ad aiutare l'Occidente, e forse già accade. Non a caso il sindaco di Ancona, Fabio Sturani, insiste su uno sviluppo diverso, a partire dall'esperienza della cooperazione decentrata: "ad Ancona l'Africa è una parte viva, sia nella presenza delle comunità immigrate che lavorano nelle tante piccole fabbriche che costituiscono il tessuto economico di questa bella parte d'Italia, sia nelle proposte culturali: da quattro anni qui si svolge questo convegno, e da altrettanto tempo si realizza il festival del Cinema Africano" - ha ricordato il sindaco. "La cooperazione diventa un intervento di incontro tra popoli, la solidarietà dal basso che costituisce la novità, umana e politica, di tante realtà, qui in Italia e lì in Africa".

Domani i lavori proseguiranno con Thabinga Shope-Linney, manager sudafricana del NEPAD (Nuovo Partenariato di Sviluppo dell'Africa) che propone, a partire da singole elaborazioni degli stati africani, quello egiziano, algerino, nigeriano, il Senegal e il Sudafrica, un piano di sviluppo africano. "Le Afriche sono una, si uniscono per contare di più, per uscire dalle emergenze, per tornare finalmente, realmente, indipendente" - nota il comunicato.

Tra gli intervenuti, figurano: Bernardo Bernardi, antropologo; Enrico Castelli, docente di antropologia visuale; Pedro Miguel, filosofo e antropologo angolano; Anne-Cécile Robert, docente e giornalista; Saliou Sarr, agricoltore e presidente della Federazione degli agricoltori di riso del Senegal; Thaninga Shope-Linney, dirigente del segretariato del Nepad, in Sudafrica; Albert Tevoedjre' economista e sociologo; Jean-Leonard Touadi congolese, giornalista e scrittore. La chiusura del convegno è prevista per domenica mattina. [GB]

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