Colombia: la Commissione per la verità chiede tempo

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La Corte Costituzionale della Colombia sta esaminando una causa per estendere oltre il 28 novembre il termine della Commissione della Verità, creata dall’accordo di pace firmato tra il governo e le Farc – Forze armate rivoluzionarie di Colombia- il 29 novembre del 2018.  Il compito è quello, colossale, di produrre un rapporto che  ontribuisca a far luce su quanto accaduto nel conflitto armato del paese, che ha lasciato più di otto milioni di vittime. Il periodo previsto era di tre anni, ma la crisi determinata dal Covid-19 ha impedito alla Commissione di muoversi per il Paese, e secondo quanto calcolato, avrebbe potuto svolgere le sue indagini solo per il 40 per cento del tempo previsto.

Francisco de Roux,  il presidente della Commissione, sacerdote gesuita, economista, filosofo, aveva incontrato nei giorni precedenti Alvaro Uribe, l’ex presidente che aveva avviato  gli accordi di pace firmati all’Avana tre anni fa. Ma Uribe non ha mai accettato la legittimità della Commissione, che tra l’altro ha fatto emergere la vicenda dei “falsi positivi”, civili uccisi dalle forze paramiliari delle Auc, Autodefensas unidas de Colombia, e poi fatti passare per guerriglieri caduti in battaglia. Proprio nel periodo delle sue due presidenze.

Anche se Uribe ha cercato di sganciarsi dai suoi legami con le Auc, ha dovuto riconoscere di aver incontrato “tre o quattro volte” Salvatore Mancuso, il capo delle formazioni paramiltari. E il suo desiderio di evitare ulteriori rivelazioni spiega la reticenza a prorogare il lavoro della commissione. Posizione sostenuta anche dall’attuale presidente  Ivan Duque, che sta rifiutando di prorogare e finanziare questa proroga. Ma il compito di de Roux è facilitato dall’indirizzo nuovo imposto da Papa Francesco alla politica della Chiesa cattolica e dall’attenzione internazionale che ora si è accesa sul processo di pace...

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