Cile: appelli per i Mapuche, peggiorano i prigionieri politici

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"La morte di un giovane, le azioni violente contro persone innocenti e le misure di forza adottate, costituiscono un sintomo allarmante di un conflitto che non abbiamo affrontato fino in fondo mirando alle sue cause principali". Lo afferma il Presidente della Conferenza Episcopale Cilena, Mons. Alejnadro Goic Karmelic, manifestando l'invito della Chiesa cattolica a cercare una soluzione nel "conflitto Mapuche". Per il Presule la situazione nasce "in un contesto di ignoranza, di pregiudizi e discriminazione verso gli indigeni, dove le politiche si sono dimostrate inadeguate e vige una forte strumentalizzazione da parte di alcune persone che ostacolano i possibili accordi di pace con agitazioni e violenze". Mons. Karmelic denuncia inoltre che "la preoccupazione per il popolo mapuche, che ampi settori della cittadinanza dicono di nutrire, non viene accompagnata da uno sforzo reale di ascolto della voce dei suoi rappresentanti, anche al fine di comprendere la loro cultura".

L'Associazione per i Popoli Minacciati - APM esprime tutta la sua solidarietà e appoggio alle rivendicazioni del popolo Mapuche, nonché la sua profonda preoccupazione per lo stato di salute di Patricia Troncoso Robles. Dopo la morte del 22-enne Mapuche Mat㭀as Valent㭀n Catrileo Quezada, studente di agronomia e ucciso dai proiettili di un poliziotto durante una manifestazione di Mapuche, si aggrava ulteriormente la situazione di Patricia Troncoso Robles, prigioniera politica Mapuche in sciopero della fame da ormai 100 giorni. Insieme a Patricia Troncoso sono ormai circa 40 i prigionieri politici mapuche in carcere: molti di loro in questi anni hanno già fatto più volte uno sciopero della fame, senza che le richieste collettive di maggiore giustizia e di rispetto delle terre ancestrali mapuche venissero accolte dal governo cileno.

Nel caso di Mat㭀as Catrileo finora è stato messo sotto inchiesta il sottufficiale dei carabinieri cileni Walter Ramirez Espinoza e il risultato delle perizie ha confermato che a uccidere il giovane Mapuche sono stati proiettili di un'arma di ordinanza. All'interrogazione presentata in parlamento da due parlamentari socialisti a proposito della vicenda si aggiungono le richieste di garanzia da parte delle associazioni per i diritti umani affinché il procedimento non venga affidato a un tribunale militare, come già accaduto in passato in un caso analogo.

Patricia Troncoso sta scontando una pena di dieci anni più un giorno per l'incendio alle piantagioni monocultura del Fondo Poluco-Pidenco dell'impresa Forestal Mininco. Secondo la legge ordinaria sarebbe già fuori dal carcere, ma in quanto Mapuche Patricia è stata giudicata secondo la famigerata legge anti-terrorismo (legge n. 18.314) che di fatto le ha tolto qualsiasi diritto a un processo equo. "Triste cimelio della dittatura del generale Augusto Pinochet, la legge anti-terrorismo non è stata abolita da nessuno dei governi democratici seguiti alla dittatura militare, nemmeno dall'attuale governo di Michelle Bachelet nonostante le sue molte dichiarazioni a favore dei diritti umani, e viene anzi utilizzata per soffocare la protesta e le rivendicazioni della popolazione Mapuche per la salvaguardia dei loro territori ancestrali e la loro millenaria cultura" - commenta APM che chiede l'immediata abrogazione della vergognosa legge antiterrorismo e la ratifica incondizionata della Convezione ILO 169 a tutela dei diritti delle popolazioni indigene. [GB]

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