Amnesty: rapporto su abusi della polizia Usa contro omosessuali

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Migliaia di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (Lgbt) negli Usa sono vittime di un sistema che alimenta la discriminazione e facilita la tortura, i maltrattamenti e l'impunità. Lo afferma un rapporto reso pubblico oggi da Amnesty International, in cui sono denunciati gli abusi commessi dalla polizia statunitense sulla base dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere. Il rapporto contiene testimonianze raccolte da Amnesty International tra il 2003 e il 2005 all'interno della comunità Lgbt e provenienti anche da vittime di violenza di genere e di abusi da parte della polizia, attivisti per i diritti umani, avvocati e appartenenti alle forze dell'ordine. "Queste testimonianze svelano un modello assai chiaro e preoccupante. Casi di percosse, violenza sessuale, abusi verbali, minacce e umiliazioni da parte delle forze di polizia contro persone Lgbt si verificano ogni giorno in centri di detenzione, prigioni, abitazioni private e in strada" - si legge nel rapporto.

Nel 2004 una donna di Athens, Georgia, ha denunciato di essere stata stuprata nel proprio appartamento, sotto la minaccia di una pistola, da parte di un pubblico ufficiale che voleva "darle una lezione" in quanto lesbica. All'interno della comunità Lgbt statunitense, i transessuali, gli appartenenti alle minoranze etniche, i giovani e i migranti vengono particolarmente presi di mira dalla polizia. Una transessuale nativo-americana ha raccontato ad Amnesty International che nell'ottobre 2003 venne bloccata da due agenti di polizia mentre stava camminando, nelle prime ore del mattino, in una strada di Los Angeles. I due agenti l'ammanettarono, la costrinsero a salire a bordo della loro vettura e si diressero in un vicolo cieco nei pressi di Hollywood Boulevard, dove la picchiarono, la insultarono e la violentarono per poi lasciarla sull'asfalto dicendole: "Ecco quello che ti meriti!"

Nonostante i significativi progressi fatti negli ultimi decenni sul piano del riconoscimento dei diritti delle persone Lgbt, la persistenza di attitudini discriminatorie ha determinato una situazione in cui gli abusi nei loro confronti sono sovente giudicati "una cosa normale". Spesso, le vittime non denunciano le brutalità e gli abusi poiché temono di trovarsi di fronte a reazioni ostili e violente da parte della polizia e sanno, inoltre, che molte denunce non vengono sottoposte a indagini adeguate e imparziali. "Al di là del fatto che esistono ancora alcune legislazioni discriminatorie, il problema più grande è il modo discriminatorio in cui molte leggi vengono applicate. È questa situazione a determinare, frequentemente, l'arresto e l'imprigionamento solo a causa dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere della vittima" - afferma il rapporto di Amnesty International.

Nel dicembre 2003, a Chicago, un giovane attivista gay afro-americano che si trovava in attesa a una fermata dell'autobus venne arrestato dalla polizia per vagabondaggio a scopo di delinquenza. Nonostante avesse fornito le proprie generalità e informazioni sull'organismo in cui militava, fu tenuto agli arresti per due giorni. "Perché le riforme siano efficaci, occorre che siano sostenute ai più alti livelli. Deve esserci il fondamentale riconoscimento del diritto di esprimere liberamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere" - sottolinea Amnesty International. L'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorità federali e statali degli Usa di intraprendere azioni per prevenire l'applicazione discriminatoria della legge, indagare su tutte le denunce di abusi sessuali, fisici o verbali contro le persone Lgbt da parte delle forze dell'ordine e sottoporre alla giustizia i responsabili.

Il rapporto è stato pubblicato nell'ambito di una campagna di Amnesty International sugli abusi della polizia contro persone Lgbt, lanciata nel settembre 2005. Nel corso del presente anno, l'organizzazione sottoporrà le proprie preoccupazioni sulla situazione dei diritti umani negli Usa al Comitato dell'Onu contro la tortura e al Comitato dell'Onu sui diritti umani.

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