Solite storie? No, ecofavole!

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“C’erano una volta due fratelli, PIL e FIL. PIL era un ometto basso e grassoccio, sempre ben vestito e con la pipa in bocca, capelli impomatati e scarpe lustrate. Era sempre di fretta e pieno di cose da fare e correva su e giù per tutta la città con una valigetta nera colma di  impegni e di riunioni. […] FIL invece era alto e smilzo, si vestiva con  gli abiti dell’anno scorso e il suo cellulare non faceva il caffè. Lavorava la metà del tempo di Pil e si comprava molte meno cose, ma il resto della giornata lo passava a uscire con gli amici, a guardarsi un film, a leggere il giornale e ad annusare i fiori al parco.”

Non siamo ammattiti, no. Perché si può parlare di economia e delle grandi questioni che ci coinvolgono come cittadini anche con una favola. Anzi, si deve, perché anche i bambini sono cittadini, di oggi e di domani, e trovare il modo per renderli partecipi delle dinamiche che regolano – spesso nostro malgrado – i ritmi e le scelte del mondo in cui viviamo non è sempre facile. Irene Messina, classe 1986, ci viene in aiuto con un libro originale da regalare ai più piccoli, per non raccontare sempre “le solite storie” su questo “mondo strano” che si troveranno ad abitare. Torinese, una vita con la penna in mano e un master in Comunicazione Ambientale, Irene ha raccolto trenta favole che parlassero ai bambini di natura, rispetto per l’ecosistema, lotta allo sfruttamento delle risorse, prodotto interno lordo. Temi ostici per un pubblico così giovane, temi spesso esclusi dalla letteratura per bambini e ragazzi che in questo caso, grazie anche alle frizzanti illustrazioni di Emiliano Bruzzone, animano favole di grande impatto, con eroi simpatici ed esilaranti e personaggi cattivi e astuti che, come nella vita, cercano di sabotare la buona riuscita dei progetti. Con Il Mangiamondo e altre eco favole si apre una finestra su un modo divertente e sicuramente piacevole, anche per gli adulti, di approcciarsi alla sostenibilità e all’ecologia, toccando alcuni dei temi caldi dell’attualità, dal riciclo all’inquinamento delle acque agli organismi geneticamente modificati, dalla deforestazione alla caccia, dal consumismo al lavoro alla decrescita e, perché no, anche alla felicità. Attraverso storie stravaganti, personaggi originali ed episodi spiritosi l’autrice lascia correre la fantasia proprio come fanno, con tanta naturalezza, i bambini, con l’obiettivo di avvicinarli fin da piccoli alle responsabilità dell’essere sì cittadini del mondo, ma ancor prima creature che abitano il Pianeta.

E le favole di Irene non sono le sole. Già nel 2004 la Regione Marche, particolarmente sensibile alle tematiche ambientali, attraverso l’Istituto Regionale di Ricerca Educativa (ex IRRE, ora Nucleo territoriale per le Marche dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica) aveva istituito il concorso “C’era una foglia – Una fiaba dedicata all’ambiente” dal quale nacque una raccolta di fiabe a tema coinvolgendo direttamente le scuole elementari della regione. Le fiabe sono tutte disponibili online e, ve lo consiglio, vale davvero la pena leggerle. Che siate genitori, insegnanti, educatori, nonni o semplicemente amanti della natura non dubito che vi appassionerete a questo genere di racconti: vi suggerisco allora anche di dare un’occhiata alla proposta educativa proveniente dall’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, “Raccontiamoci le favole…”, nata proprio con lo scopo di aiutare i più giovani a riflettere sugli effetti che gli stili di vita che abbiamo adottato e i comportamenti che reiteriamo hanno sull’ambiente che ci circonda. Un percorso ricco di idee per attività didattiche correlate, che può seguire uno dei vari itinerari proposti: acqua, aria e meteorologia, biodiversità e natura, rifiuti, suoni e rumori, terra e paesaggio.

Dall’albero vagabondo, allo scoiattolo Ulisse, a Clara e la lattina dei pomodori pelati… la rete ci aiuta a trovare spunti e ispirazioni per aiutare i più piccoli a immaginare non solo “un finale diverso” ma una vera e propria alternativa al sistema che rischia di cancellare il loro avvenire. Cominciando dal gioco, per insegnare probabilmente qualcosa anche ai grandi…. Ma, dite la verità, non è rimasta anche a voi la curiosità di sapere come va a finire la storia di PIL e FIL? Per scoprirlo non vi resta che visitare le librerie delle vostre città! Buone favole!

Anna Molinari

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