www.unimondo.org/Guide/Informazione-e-Cultura/Altra-informazione/Italia-cani-e-gatti-tutelati-nonostante-la-crisi-140988
Italia: cani e gatti tutelati nonostante la crisi?
Altra informazione
Stampa
In tempi di crisi economica, lavorativa, sociale e relazionale parlare della necessità di migliorare la condizione dei cani e gatti nel nostro Paese, può lasciare perplessi. Eppure molte persone trovano un aiuto psicologico dal rapporto con gli animali migliore di quello che ottengono dalle amministrazioni, un dato certamente preoccupante, ma importante in un’Italia che non rinuncia alla tutela di cani e gatti nonostante la crisi. Così anagrafe canina e attività periodiche di microchippatura, strutture comunali che ospitano cani randagi, piani di tutela e controllo delle colonie feline e ancora i servizi offerti per trasportare sui mezzi pubblici gli animali domestici sono alcuni dei parametri si cui si basa il Rapporto animali in città 2013 di Legambiente presentato lo scorso sabato a Terra Futura e relativo ai servizi e alle attività dei Comuni capoluogo di provincia nella tutela e nella gestione dei diritti dei nostri amici a quattro zampe.
“Anche in questa seconda edizione di Animali in città - ha dichiarato Antonino Morabito, responsabile nazionale Fauna e Benessere animale Legambiente - non abbiamo stilato una classifica dei Comuni, ma abbiamo individuato le Amministrazioni che offrono ai cittadini e ai loro fedeli amici servizi di qualità e posto in evidenza le esperienze più strutturate che possono essere da esempio per altri municipi” attraverso un questionario inviato a 104 amministrazioni comunali e a cui hanno risposto 87 Comuni, circa l’83,6%. Quest’anno per la lettura e il confronto dei dati ricevuti, i capoluoghi di provincia nel rapporto sono stati suddivisi in tre gruppi: 15 grandi città con più 200mila abitanti, 44 medie città con una popolazione compresa tra 80mila e 200mila abitanti e 45 piccole città con meno di 80mila abitanti. Al questionario hanno risposto 13 grandi città, 38 medie città e 36 piccole città.
Per Legambiente i dati rilevano che “Sono ancora troppo pochi i Comuni che realizzano campagne d’informazione sull’anagrafe canina e attività di promozione della microchippatura, fondamentali per ridurre significativamente il rischio di abbandono e calibrare al meglio i servizi offerti sulla base del numero degli animali presenti in città” ha spiegato Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente . Solo il 43,6% ha, infatti, realizzato nel 2011 campagne d’informazione sull’anagrafe canina e il 48,2% ha promosso attività di microchippatura. Ed ancora solo il 45,9% ha un apposito nucleo di polizia municipale per la vigilanza della corretta gestione degli animali in città. Negativi i dati sulla conoscenza della biodiversità animale in città: solo il 26,4% la conosce e può quindi gestire al meglio aree verdi urbane e prevenire zoonosi e/o conflitti con altre attività cittadine. “La Biodiversità animale presente in città è uno dei talloni d’Achille che emerge dall’indagine - ha spiegato Morabito - sono troppo pochi i Comuni che conoscono la biodiversità animale presente nei centri urbani e spesso solo per poche componenti”. Dall’indagine è emerso che tra le 13 grandi città solo il 53,8% ha detto di conoscerla. Tra le 38 medie città, l’11,7% ha risposto in maniera positiva. Infine su 36 piccole città prese in esame, l’8,3% ha risposto in maniera positiva.
“Biodiversità e anagrafe animale - ha continuato Morabito - sono due elementi chiave nella tutela e gestione degli animali in città. Se ad esempio le Amministrazioni raccogliessero dei dati specifici sulla biodiversità in città, potrebbero ottimizzare spesa e qualità dei servizi per tutelarla e valorizzarla. Invece per quanto riguarda l’anagrafe animale, con il crescere delle specie inusuali che abitano le case degli italiani, sottolineiamo l’urgenza di arrivare presto all’anagrafe obbligatoria per ogni specie animale da compagnia, al fine di consentire il monitoraggio sanitario dei nuovi ospiti delle città e, soprattutto, ridurre il rischio crescente di abbandoni di iguane, pitoni, testuggini e tante altre specie animali i cui proprietari, oggi non rintracciabili, abbandonano con la conseguente ricaduta del costo economico per cura e gestione di tali animali ritrovati a carico dell’intera collettività”.
Ma in questo panorama, non mancano gli esempi virtuosi nella tutela degli animali domestici, esempi che sembrano rappresentare, seppur con risultati meno eclatanti, una sensibilità trasversale a molti dei nostri Comuni. In generale su 87 capoluoghi di provincia presi in esame dalla ong, il 75,8% conosce il numero dei cani iscritti nel 2011 all’anagrafe canina, mentre il 55,1% ha censito le strutture dedicate agli animali d’affezione e dispone sul territorio di strutture per ospitare cani vaganti. Il 65,5% dei capoluoghi ha poi un piano di tutela e controllo delle colonie feline ed il 68,9% consente ai cittadini di viaggiare sui mezzi pubblici con i propri animali. Tra i capoluoghi di provincia che si distinguono nella difesa degli amici a quattro zampe emergono le città di Padova, Forlì e Ferrara per informazione e servizi offerti tramite il sito istituzionale, Ravenna per la conoscenza della biodiversità animale in città, Udine, Cremona e Torino per la pluralità dei servizi e Pesaro per l’esperienza dei cani di quartiere. Altri esempi virtuosi nella tutela degli animali domestici sono per Legambiente quelli di Genova, Parma, Prato e Pordenone, in assoluto i più virtuosi in campo animalista: “Genova per il piano di tutela e gestione delle colonie feline, Parma per il quadro conoscitivo sugli animali d'affezione e i servizi al riguardo, Prato per la conoscenza della biodiversità animale in città e i servizi offerti e Pordenone per le esperienze di formazione cinofila rivolte ai cittadini” ha aggiunto Morabito.
Particolarmente interessante nel quadro del Belpaese a quattro zampe è l’esperienza del Presidio Ospedaliero Veterinario dell'Asl di Napoli 1 che offre un'importante chiave di lettura per ripensare e potenziare le strutture dedicate agli animali in un rafforzato spirito di collaborazione e cooperazione tra le Amministrazioni pubbliche. Il Presidio ospedaliero veterinario, operante sul territorio dei comuni di Napoli, Portici, Capri e Anacapri fornisce da quattro anni, grazie alla collaborazione tra Asl e Comune, un servizio di pronto soccorso per tutte le specie sinantrope (cani, gatti, avifauna...) senza padrone, fornendo anche il ricovero in degenza, e sviluppando programmi di educazione sanitaria sul corretto rapporto uomo/animale/ambiente rivolti a varie fasce di età. Contestualmente presso l’Ospedale veterinario ha sede operativa il Centro di riferimento regionale per l'igiene urbana veterinaria, articolato in diverse aree operative che oltre alle attività sanitarie per gli animali senza padrone si dedica alla formazione, informazione e ricerca applicata nei campi del benessere animale.
Nel complesso, nonostante i buoni risultati, “il Rapporto Animali in Città evidenzia quelli che sono ancora i punti critici su cui lavorare - ha concluso la Muroni - e individua le Amministrazioni comunali che dovrebbero impegnarsi di più nel fornire strutture e servizi di qualità, e soprattutto promuovere campagne d’informazione per diffondere una cultura basata sul rispetto, la cura e il possesso responsabile degli animali da compagnia". Dall’altra parte è indispensabile "una maggiore consapevolezza da parte dei proprietari di animali d’affezione sull'importanza di educare e gestire gli amici a quattro zampe nel massimo rispetto dell’ambiente e della pluralità di esigenze della Comunità”, una sfida altrettanto importante, ma non sempre compresa da alcuni inconsapevoli e bipedi padroni.