Il Servizio Civile: Arma di pace sociale

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In un clima politico tutt’altro che sereno e con l’economia che non solo non riparte ma fa marcia indietro in praticamente tutto il vecchio continente, locomotiva Germania compresa, continua anche la crisi per quanto riguarda il terzo settore e quindi per l’effettiva concretizzazione di una novità promessa dal governo: il servizio civile universale. Gli operatori del settore sono ancora scettici al riguardo.

Dal raduno nazionale degli Scout tenutosi negli scorsi giorni in provincia di Pisa il premier Renzi ha tentato di stemperare i toni, fornendo l’ennesimo messaggio ad alto impatto mediatico “Il governo si impegna per il prossimo anno a garantire il servizio civile universale per tutti quelli che lo vogliono fare” e ha aggiunto “La più grande arma per costruire la pace non è l’F35 o l’Eurofighter, è la scuola. Io per esempio sono convinto che la spesa per la difesa italiana debba essere indirizzata in alcuni canali chiari, che si collegano alla ricerca scientifica, non alla costruzione di strumenti inutili o fuori dalla realtà”.

Torna quindi la questione F35 unita alla necessità di stabilire delle priorità chiare per il futuro dell’Italia in generale e delle nuove generazioni in particolare, ma la strada è in salita e sembra sempre più complesso garantire le coperture necessarie.

La situazione di difficoltà traspare anche da un comunicato stampa ufficiale dove vengono sottolineati gli sforzi, ad opera del Sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba e del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, per recuperare 12 dei 21 milioni di euro mancanti che l’Ufficio Bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva in un primo tempo assegnato come disponibili per il Fondo nazionale per il Servizio civile.

Questo intervento d’urgenza segue il clamore sollevato nelle scorse settimane dai responsabili del Forum nazionale del servizio civile e supportato da interrogazioni parlamentari dello stesso Partito Democratico.

Così mentre cresce la paura di una manovra finanziaria di aggiustamento da attuarsi entro fine anno, e mentre il Ministro Poletti, sopporta renziane smentite in romanesco e affronta strali da ognidove  per aver proposto una sacrosanta revisione delle pensioni d’oro, all’interno della nota fornita ai giornalisti l’on. Bobba fornisce un puntuale chiarimento “In attuazione delle leggi sulla spending review nel corso dei Governi precedenti, il Fondo nazionale per il Servizio civile aveva subito una decurtazione di ben 21 milioni di euro, riducendo, infatti, da 106 a 85 milioni di euro la dotazione finanziaria per l’anno in corso. In un momento di rilancio del servizio civile quale momento di crescita per i giovani a cui viene data non solo la possibilità di diventare parte attiva all’interno della propria comunità fornendo un servizio utile, ma anche di fare un’esperienza importante sotto il profilo formativo e professionale non potevo restare inerte di fronte ad un taglio così significativo.”

Questa operazione permetterà l’implementazione dei progetti e porterà a circa 40.000 i giovani che in Italia, distribuiti tra Bandi ordinari e Piano europeo Garanzia Giovani, potranno confrontarsi con il servizio civile e, di fatto, di guadagnare qualcosa e assaggiare il mondo del lavoro, che appare altrimenti sempre più come un lontano miraggio.

Insomma, il servizio civile come ultima spiaggia e presidio che va difeso per far crescere nei nostri ragazzi coscienza sociale e fiducia nel futuro mentre si susseguono i nubifragi. E non stiamo parlando di meteo.

Fabio Pizzi

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