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I Partigiani della Pace
Nonviolenza
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Immagine: Partigiani della Pace
In un mondo sempre più permeato da guerre, militarizzazione e interessi economici legati agli armamenti, resiste un bisogno profondo di pace e di impegno civico. Questa testimonianza racconta l’esperienza diretta di chi, da anni, lavora per far rinascere un movimento di partigiani della pace, attivo su scala locale e internazionale, con l’obiettivo di educare le nuove generazioni e promuovere una cultura di nonviolenza.
Ci chiediamo spesso, noi pacifisti, se oggi sarebbe ancora possibile far rinascere un grande movimento internazionale come quello dei “Partigiani della Pace”, una realtà ideale che abbiamo raccontato nel nostro libro per Emi. Un movimento capace di unire intellettuali, artisti, studiosi, lavoratori e semplici cittadini attorno a un ideale comune: difendere la vita e la dignità dei popoli contro la follia e la criminalità soprattutto della guerra. Oppure, più modestamente, dobbiamo domandarci se esistano ancora personalità disposte a schierarsi fino in fondo.
Da molti anni scrivo per testate come Unimondo, Pressenza, FarodiRoma, AgoraVox e Transform, l’organo della Sinistra Europea. In questi ambienti, nonostante tutto, resiste un nucleo vivo di donne e uomini che portano avanti l’idea della pace come valore sommo, come orizzonte ultimo dell’impegno civile. Continuano a essere, a loro modo, partigiani. Certo, i Partigiani della Pace della metà del Novecento erano numerosissimi, figure di altissimo livello culturale, diffusi in tutto il mondo. Riuscirono a raccogliere milioni di firme contro l’orrore di Hiroshima e Nagasaki, per non dimenticare, e contro la logica velenosa della guerra fredda. Ma qualcosa di simile, un movimento europeo più ampio di intellettuali e cittadini schierati contro la guerra, potrebbe davvero rinascere. O forse sta già rinascendo: penso ai giovani di Fridays for Future, di Extinction Rebellion, di Ultima Generazione. Movimenti che, nella difesa del pianeta, pongono già le basi di una cultura di pace.
Rimane però una domanda essenziale: che cosa può fare il singolo, il cittadino comune, per proteggere la pace?
Da Londra arriva un esempio luminoso: la *Rete Internazionale Ebraica Antisionista*, che ha il coraggio di denunciare le politiche di apartheid e di sterminio del popolo palestinese. Seguiamo con attenzione, con Fabrizio Cracolici, anche l’impegno di Ennio Cabiddu, tra gli organizzatori della *Global Sumud Flotilla*, e abbiamo raccolto testimonianze importanti come quella di Maria Elena Delia, referente italiana della Flotilla e del Global Movement to Gaza, nel ricordo di Vittorio Arrigoni e del suo “restiamo umani”.
Nella mia esperienza, la pace nasce soprattutto da relazioni vive, da legami che trasformano i percorsi personali. Penso alla collaborazione con FarodiRoma e con la cattedra di Sociologia del Turismo della Facoltà di Lettere dell'Università "La Sapienza" di Roma, attraverso articoli e inchieste, ma anche lezioni e convegni nelle università. Attraverso FarodiRoma e le sue edizioni in 4 lingue le nostre riflessioni arrivano fino ai popoli dell’America Latina, troppo spesso sottomessi alle logiche di dominio degli Stati Uniti. Io e Fabrizio siamo anche parte di ICAN, Premio Nobel per la Pace per il disarmo nucleare universale. È questo il punto centrale: il cambiamento può nascere dalla consapevolezza che le nostre azioni quotidiane – davvero quotidiane – possono trasformare il mondo. Anche semplicemente boicottando le multinazionali che investono in guerra e armi, scegliendo cosa mettere nel carrello del supermercato.
Il ruolo delle donne. I movimenti femminili per la pace
Le donne sono, per natura e per storia, portatrici di pace: danno la vita, non la morte. Gaza oggi è un genocidio dal volto femminile: le principali vittime sono donne che generano la vita e la difendono con il loro corpo, la loro resilienza e Resistenza, la loro dignità. Sono loro, già oggi, un grande movimento internazionale per la nonviolenza. E nella mia vita sussiste un esempio personale che porto nel cuore: mia madre, Angela Belluschi. Pur affetta da Alzheimer, continua a lottare contro il male disegnando e creando immagini ispirate alla pace. Pubblico i suoi disegni accanto ai miei articoli e ai miei libri: un gesto reciproco di cura, un modo per sostenerci a vicenda. Esiste poi una realtà storica fondamentale: la **WILPF**, la Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertà, fondata nel 1915, che da oltre un secolo si batte soprattutto per il disarmo nucleare.
Ma mentre partecipiamo a questo tessuto di impegno e speranza, ci raggiungono dati inquietanti. Un recente sondaggio Sky rivelava che il 45% dei giovani tra i 18 e i 31 anni sarebbe disposto a scendere in guerra a fianco dell’Ucraina. Come interpretare questa informazione, che sembra in contrasto con l’immagine dei giovani apatici o disinformati?
Secondo Fabrizio, la risposta è chiara: siamo di fronte a giovani cresciuti in un sistema mediatico costruito a tavolino dal potere mercificatorio delle multinazionali. Potenti industrie culturali investono enormi risorse per manipolare le menti e garantire profitti, diffondendo modelli basati sulla violenza, sul conflitto, sulla competizione. Ecco perché è essenziale comunicare con le nuove generazioni, per impedire che cadano nelle mani dei mercanti di morte. È un lavoro lento, paziente, quotidiano.
Con Fabrizio – compagno di vita e di lotta – operiamo su vari livelli per raggiungerli: usiamo le stesse strategie comunicative che usa il potere, ma con un obiettivo radicalmente opposto. Per loro la guerra è un business; per noi la pace è il bene supremo. Ai giovani viene raccontato che fare la guerra è “bello”, come si faceva con i Balilla durante il fascismo; noi raccontiamo che fare la pace è meraviglioso. Lo facciamo attraverso modelli credibili di impegno, figure storiche e contemporanee che hanno dedicato la vita all’umanità.
Per questo siamo presenti dove loro vivono: nei social. Su TikTok, con il profilo @fabrizio.cracolici, seguitissimo, mostriamo i protagonisti della storia che hanno lottato per la pace e i diritti umani. E poi vi è la musica: su Spotify, dove tanti giovani ascoltano trap e cercano uno spazio per esprimere il proprio disagio esistenziale, abbiamo creato l’etichetta “Poche note possono bastare – Stay Human”. Con l’aiuto dell’intelligenza artificiale abbiamo realizzato tre album, tutti intitolati Stay Human: canzoni che cercano di toccare quella sensibilità profonda che spesso i ragazzi non sanno nominare, ma che può guidarli verso l’impegno e la responsabilità globale.
Oggi più che mai serve un nuovo movimento di Partigiani della Pace. Non per nostalgia, ma per necessità. E ognuno di noi, con le proprie scelte e le proprie azioni quotidiane, può contribuire a farlo rinascere. La pace non è un’utopia: è un impegno concreto, possibile, che possiamo costruire insieme, passo dopo passo.
Laura Tussi, con la collaborazione di Fabrizio Cracolici
Laura Tussi
Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui Pressenza, Peacelink, Ildialogo, Unimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti. Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.






