Russia: condanna contro gli attacchi ai civili

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Amnesty International ha condannato nel modo più risoluto la presa in ostaggio di un gruppo di bambini in una scuola della Russia meridionale, in quello che rappresenta solo l'ultimo di una serie di attacchi contro la popolazione civile del paese. Circa 150 tra bambini, genitori e insegnanti vengono tenuti in ostaggio da un gruppo di uomini armati nella città di Beslan, nell'Ossezia del Nord. I sequestratori, che hanno chiesto il ritiro delle truppe russe dalla Cecenia, minacciano di far saltare in aria l'edificio se verrà assaltato dalla polizia e dall'esercito. Ieri un attacco suicida davanti a una stazione della metropolitana di Mosca aveva provocato almeno nove morti e un numero maggiore di feriti. Il 24 agosto, 89 persone erano rimaste uccise nell'esplosione in volo di due aerei civili. Un gruppo che si definisce Brigate Istambouli ha rivendicato queste azioni e ha minacciato di proseguire "fino a quando non cesserà l'uccisione dei nostri fratelli musulmani in Cecenia".

"Il sequestro di ostaggi è inaccettabile in ogni circostanza e non può mai essere giustificato. Chi si rende responsabile di atti del genere viola il diritto internazionale umanitario, in particolare l'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra, e deve essere portato di fronte alla giustizia. Chiediamo il rilascio degli ostaggi immediatamente, incolumi e senza condizioni" - ha dichiarato un portavoce dell'organizzazione per i diritti umani. "Il governo russo ha il dovere di proteggere i propri cittadini e di sottoporre a processo i responsabili di atti di violenza. Chiediamo alle autorità di garantire che l'eventuale uso della forza e delle armi da fuoco risponda pienamente agli standard del diritto internazionale e non metta a repentaglio la vita degli ostaggi".

"I responsabili ceceni dei crimini di guerra commessi in questi giorni devono assumersi le proprie responsabilità di fronte ad un tribunale internazionale, al pari dei responsabili degli omicidi nel Caucaso, cioè il presidente russo Putin ed i suoi collaboratori" è il commento dell'Associazione per i popoli minacciati di Bolzano. Allo stesso tempo l'APM sottolinea il fatto che secondo la Convenzione dell'ONU del 1948 per la prevenzione e la condanna del genocidio, la Russia si è resa colpevole di genocidio nei confronti del popolo ceceno. In dieci anni (dal 1994 al 1996 e dal 1999 a oggi) in Cecenia è stato commesso un duplice genocidio nel quale sono state uccise rispettivamente circa 80.000 persone, più o meno al 20% della popolazione totale. "Una grave corresponsabilità del genocidio russo in Cecenia spetta anche all'Unione Europea, visto il sostegno a Vladimir Putin come nell'ultimo vertice in cui Schr㶀der ha dichiarato di non avere nessun motivo per non considerare democratiche le elezioni in Cecenia del 29 agosto". Giornalisti indipendenti e attivisti per i diritti umani avevano nel frattempo documentato le molti infrazioni e manipolazioni del voto.

Altre fonti: Associazione per i popoli minacciati

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