In Sudan gli sforzi diplomatici sono insufficienti

Stampa

Immagine: Unsplash.com

di Sara Cecchetti

Il primo ottobre il rifugio per sfollati della scuola Abu Bakr Al Siddiq a El Fasher, capitale del Nord Darfur, è stato colpito da un raid aereo. Le vittime accertate sono sei, ma i feriti secondo le stime arrivano fino a 20-30 civili, tra cui anche donne e bambini. L’attacco, avvenuto mentre gran parte dei rifugiati stava facendo colazione, ha completamente distrutto la cucina e danneggiato tende e abitazioni circostanti. Accusate dell’attacco sono le Forze di Supporto Rapido (Rsf), che con tali bombardamenti sperano di spezzare la resistenza delle Forze armate sudanesi (Saf) su El Fascher, ultima roccaforte delle Saf in Darfur. A causa dell’intensità dei combattimenti il Wfp (World Food Programme) spesso costretto a sospendere la distribuzione di aiuti: è stato lanciato un link di registrazione online per i trasferimenti di denaro digitale nel nord Darfur, così da dare supporto alla popolazione anche quando non è possibile l’ingresso dei convogli.

Non è solo l’assenza di cibo a provocare morte. Il Darfur, ad inizio giugno, è stato colpito da un’epidemia di colera: ad ottobre si contano più di 100.000 casi, con circa 2400 morti. Sul piano umanitario il 19 settembre è stato pubblicato un rapporto dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, secondo il quale tra il primo gennaio e il 30 giugno è stata registrata la morte di 3384 civili: uccisioni avvenute principalmente in Darfur e a seguire in Kordofan e Khartoum. Nel rapporto è anche denunciata la morte di 990 civili avvenuta non nel campo di ostilità, ma tramite metodi di esecuzioni sommarie. Viene poi denunciato il continuo ricorso della violenza sessuale come arma di guerra e l’accrescimento della tendenza ad usare droni per colpire siti civili. Di fronte a tale scenario l’intervento internazionale messo in atto fino ad adesso sembra completamente insufficiente: a metà agosto un incontro riservato in Svizzera tra il generale delle Saf Abdel Fattah al-Burhan e un rappresentante statunitense avrebbe dovuto condurre ad un possibile piano per la fine del conflitto...

Segue su Atlanteguerre.it

Ultime su questo tema

Celebrato il pacificatore solo silenzio mentre a Gaza si continua a morire

20 Ottobre 2025
Arma infame: peggiorano fame e malattie. I coloni bloccano i camion e il valico di Rafah resta chiuso. Per debellare meningite, diarrea, malattie respiratorie ci vorrà un lavoro «gigantesco». ...

La guerra, un’emergenza sanitaria globale

08 Ottobre 2025
Le guerre del nostro secolo non si misurano più solo in battaglie e confini: sono crisi sanitarie globali che lasciano ferite fisiche, sociali e psicologiche destinate a durare per generazioni. ...

Stay Human: la musica che diventa rete, memoria e futuro.

04 Ottobre 2025
Stay Human: la musica che diventa rete, memoria e futuro. Per non dimenticare Vittorio Arrigoni. (Laura Tussi)

2 ottobre 2025: Sosteniamo l’umanità

02 Ottobre 2025
Giornata internazionale della Nonviolenza: "Sta per andare a fondo. Bisogna salvarla. L’umanità è in pericolo. La nonviolenza può essere l’appiglio cui aggrapparsi: sosteniamo l’uman...

Vuoi diventare uno dei nostri editorə?

01 Ottobre 2025
Il crowdfunding per la 14ma edizione dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo è partito! (Raffaele Crocco)

Video

Guerre dimenticate