Israele: rapporto Onu e piloti disobbedienti

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John Dugard, relatore delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha presentato il 30 settembre a Ginevra un rapporto in cui denuncia un uso eccessivo della forza da parte dell'esercito israeliano e "l'annessione di fatto" che rappresenta il muro di separazione che il governo Sharon sta costruendo.
"Saranno oltre 210.000 i palestinesi che subiranno conseguenze dirette dalla costruzione della barriera e che - si legge nel rapporto - resteranno esclusi dai loro terreni coltivabili, dai posti di lavoro, dalle scuole e dagli ospedali".
Il relatore ha precisato inoltre che "talvolta l'azione di Israele nei territori palestinesi occupati è così distante dai reali interessi per la sicurezza, da assumere carattere punitivo, di umiliazione e di conquista (...) Un equilibrio deve essere cercato fra il rispetto per i diritti dell'uomo e gli interessi per la sicurezza".

Esplicitando la loro obiezione di coscienza attraverso una lettera pubblica 27 piloti dell'aviazione israeliana, nove dei quali in servizio attivo, si sono rifiutati di prendere parte a ulteriori missioni di "eliminazione mirata" degli attivisti palestinesi e hanno definito "illegali e immorali" le missioni aeree nei territori. Parole pesanti come pietre, alle quali il comandante ha risposto ufficialmente promettendo che i refusenik, nome dato in Israele ai militari che si rifiutano di combattere, "verranno trattati allo stesso modo che in passato, con metodi che già si sono dimostrati efficaci".

Intanto Histadrut, la principale organizzazione sindacale israeliana, ha convocato uno sciopero dei dipendenti pubblici per protestare contro i tagli alla spesa sociale contenuti nel bilancio di previsione per il 2004. Dall'inizio della seconda Intifada - si legge su Carta - lo stato di Israele è precipitato nella peggiore crisi economica della sua storia, nonostante l'appoggio finanziario degli Usa e le rimesse delle comunità ebraiche dall'estero. [RB]

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