Bolivia: proteste indigene e privatizzazione di Arica

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Continua la protesta dei contadini boliviani contro le politiche di svendita alle compagnie straniere del gas e del petrolio. Dal sudest del paese si sono aggiunti quattromila indigeni guaran㭀, che hanno intensificato l'accerchiamento dei pozzi e dei campi petroliferi sfruttati dalle transnazionali petroliere. Il portavoce dei guaran㭀 ha assicurato che se il presidente Mesa non arriverà personalmente a negoziare una nuova legge, che permetta lo sfruttamento degli idrocarburi a beneficio economico dei boliviani e nel pieno rispetto dell'ambiente, riunirà fino a 6mila contadini per estendere le azioni di pressione fino all'abrogazione della Legge sugli Idrocarburi. Intanto è avanzata nell'ovest del paese dalla Centrale Operaia Boliviana (COB) e dai settori del lavoro che, oltre a rivendicare i propri obiettivi specifici e a porsi in lotta contro il neoliberismo, hanno inziato mobilitazioni per arrivare alla nazionalizzazione del gas e del petrolio. "Il Presidente della Repubblica si è trasformato in una manager delle transnazionali e della cupola petroliera", ha denunciato il leader della COB, Jaime Solares, che crede che sia questione di tempo la massificazione della lotta popolare da parte delle organizzazioni sociali e dei lavoratori.

Due delegazioni tecniche dei governi di Cile e Bolivia sono riunite da ieri a La Paz per discutere la privatizzazione del porto cileno settentrionale di Arica, strappato da Santiago a La Paz 125 anni fa in seguito alla guerra del Pacifico (esplosa nel 1879) e attualmente principale punto di arrivo e di partenza per l'80 per cento dei prodotti d'esportazione e d'importazione boliviani. L'esecutivo cileno negli ultimi mesi ha deciso di spingere per la privatizzazione di Arica anche a causa del forte degrado delle strutture del porto, che necessitano ungenti interventi di ristrutturazione dal costo ingente; questa decisione mette la Bolivia con le spalle al muro, in un momento in cui le casse dello Stato boliviano sono vuote e il Paese viaggia sull'orlo della bancarotta. Al di là di questi aspetti economici, comunque, La Paz respinge con argomenti giuridici l'intenzione cilena di privatizzare Arica; secondo l'interpretazione che la Bolivia dà del trattato del 1904, che sancì la pace tra i due Paesi dopo la fine della guerra del Pacifico, la privatizzazione del porto rappresenterebbe la violazione dell'accordo firmato un secolo fa, che garantisce il libero transito delle merci boliviane da e verso il Paese andino e in condizioni di gratuità. La privatizzazione di Arica, secondo La Paz, contravverrebbe al trattato del 1904, in quanto riverserebbe sui privati che dovessero acquisire le strutture del porto le responsabilità che invece devono ricadere sul governo cileno

Dal 21 giugno nella regione boliviana di Cochabamba prende vita il progetto Radio Altern-Nativa per dare voce ai popoli indigeni del sud della Bolivia. Grazie all'impegno dell'associazione A Sud intere comunità che non avevano mai avuto accesso a nessun tipo di informazione o i cui diritti venivano calpestati da un'informazione complice delle transnazionali che da decenni sfruttano queste bellissime terre, potranno usufruire di una radio che trasmetterà informazioni in lingua indigena e sarà da loro auto gestita.

Altre fonti: A Sud, Econoticias Bolivia

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