Amnesty: sistematici attacchi dei talebani contro i civili

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Un rapporto di Amnesty International presentato oggi denuncia il crescendo di attacchi sistematici dei talebani contro i civili. "Con l'intensificarsi dell'offensiva di primavera dei talebani, sono sempre più in aumento gli attacchi suicidi, i rapimenti e le decapitazioni nei confronti della popolazione civile afgana. Queste azioni sono diffuse e sistematiche e hanno lo scopo di impaurire e controllare la popolazione locale" - afferma il Rapporto. "I civili afgani sopportano le conseguenze peggiori di questo conflitto, essendo presi in mezzo ai combattimenti tra talebani, forze governative, militari Usa e soldati di altri paesi della Nato" - ha dichiarato Claudio Cordone, direttore della Ricerca di Amnesty International. "Ma sono i talebani ad applicare una politica esplicita di attacco contro i civili: stanno uccidendo insegnanti, rapendo operatori umanitari e incendiando edifici scolastici".

La laheya (il manuale militare dei talebani) prevede espressamente gli attacchi contro i civili e la loro uccisione. La regola 25 afferma che un insegnante che continui a svolgere la propria professione dopo aver ricevuto un ammonimento dai talebani dev'essere picchiato; se continua a insegnare "in modo contrario ai principi dell'Islam" dev'essere ucciso. A sua volta, una fatwa (ordinanza religiosa) ordina la morte di chiunque sostenga l'intervento militare guidato dagli Usa.

Negli ultimi due anni, i talebani hanno deliberatamente ucciso decine e decine di civili, considerati "spie", tra cui attiviste per i diritti umani delle donne, esponenti religiosi, funzionari del governo, operatori umanitari e insegnanti. Tra il 2005 e il 2006 sono state date alle fiamme almeno 183 scuole in ogni parte del paese. La settimana scorsa, un giornalista afgano è stato sgozzato dai talebani: Ajmal Naqshbandi, 25 anni, era stato preso in ostaggio a marzo insieme al giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo e a loro autista, Sayed Agha. Mastrogiacomo è stato rilasciato nel contesto di uno scambio di prigionieri, mentre Sayed Agha è stato decapitato.

Oltre a compiere attacchi mirati contro i civili, i talebani hanno ucciso o ferito centinaia di persone in attacchi indiscriminati, tra cui attentati dinamitardi e suicidi. Secondo dati dell'Onu e della Nato, le vittime civili nel 2006 sarebbero state almeno 756. "Compiendo azioni indiscriminate come gli attentati suicidi in luoghi pubblici e prendendo deliberatamente di mira i civili, i talebani si sono resi responsabili di crimini di guerra" - ha aggiunto Cordone. "Poiché si tratta di attacchi diffusi e facenti parte di una strategia, devono essere considerati anche crimini contro l'umanità".

Nei giorni scorsi anche un rapporto di Human Rights Watch (HRW) ha accusato i talebani di aver commesso "crimini di guerra". Secondo Human Rights Watch "gli attacchi del kamikaze in Afghanistan sono aumentati drammaticamente dal 2005, soprattutto nel sud e i talebani colpiscono indiscriminatamente obiettivi militari e civili, che costituiscono la maggior parte delle vittime". Secondo i dati, 492 vittime sono state uccise da ordigni esplosivi, mentre 177 in agguati ed esecuzioni. Gli attentati kamikaze sono stati 136 e hanno ucciso almeno 272 civili, colpendo a malapena 37 tra militari e funzionari governativi.

Il portavoce dei talebani Zabullah Mujahid aveva respinto il rapporto di HWR accusando l'organizzazione statunitense di "fare propaganda e disinformazione per conto dei governi occidentali". "L'unico obiettivo dei talebani sono le forze armate straniere e quelle afghane e coloro i quali li aiutano" - ha detto Zabullah Mujahid, "E' stata la coalizione guidata dagli americani a cominciare con le stragi di civili. Non abbiamo mai ucciso civili afghani: combattiamo per la libertà del nostro Paese e continueremo la nostra guerra santa contro le truppe straniere e i loro fantocci afghani".

"L'atteggiamento dei talebani nei confronti dei civili è ben distante dagli obblighi del diritto internazionale" - ribadisce ora Amnesty International. Un portavoce dei talebani, intervistato da Amnesty International, ha affermato che attaccare civili "disarmati" non considerati costituire una minaccia è "vietato". Egli ha però aggiunto che "non c'è differenza tra gli individui armati che combattono contro di noi e i civili che collaborano con gli stranieri". Il manuale militare dei talebani vieta di impossessarsi di denaro o beni appartenenti ai civili, ma autorizza l'uccisione degli insegnanti. "Tutte le parti coinvolte nell'attuale conflitto afgano devono assicurare che la popolazione civile sia protetta e che i prigionieri siano trattati con umanità, come richiesto dal diritto internazionale. Innanzitutto, i talebani devono cessare di colpire deliberatamente i civili e porre fine a tutti gli attacchi indiscriminati" - ha concluso Cordone presentando il rapporto di Amnesty. [GB]

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