Turchia-Kurdistan: rilascio immediato per 6.500 prigionieri politici

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Banco di prova per la nuova legge di amnistia turca: 6.500 prigionieri politici kurdi devono essere rilasciati immediatamente. L'Associazione per i popoli minacciati internazionale (APM) vede con favore l'emanazione della nuova legge di amnistia in Turchia, ma mette in guardia da una nuova manovra ingannevole per l'opinione pubblica internazionale.

Questa è la terza legge di amnistia emanata negli ultimi due anni. Entrambe le leggi precedenti non hanno avuto nessun riscontro. Solo se verranno rilasciati i ca. 6.500 prigionieri politici kurdi questa legge potrà essere considerata un primo passo verso una reale pacificazione con il popolo kurdo residente in Turchia.

La maggior parte di questi 6.500 prigionieri non ha mai fatto uso della violenza, ma sono stati condannati in base al famigerato "paragrafo sul terrorismo", per il quale basta esporre un manifesto in lingua kurda o partecipare a una manifestazione pro-kurda per essere arrestati. Un altro banco di prova per la nuova legge di amnistia è dato dal destino della
ex-parlamentare kurda Leyla Zana. Solamente un suo immediato rilascio e quello degli altri 6.500 prigionieri politici può eliminare tutti i dubbi, peraltro fondati, che si possono nutrire sull'efficacia della legge. Ricordiamo che Leyla Zana, madre di due bambini, è stata accusata di alto tradimento e quindi condannata a 15 anni di prigione per aver giurato la propria fedeltà alla costituzione turca in lingua turca e kurda.

In quanto membro del Consiglio Europeo e in attesa di essere ammessa all'Unione Europea, la Turchia è, oltre alla Russia, l'unico paese europeo in cui vengono incarcerate migliaia di persone appartenenti ad una minoranza etnica. La Russia detiene migliaia di prigionieri ceceni in campi di concentramento.

Fonte: Associazione per i popoli minacciati

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