R.d. Congo: osservatori italiani alle prime elezioni libere

Stampa

Il 30 luglio nella Repubblica Democratica del Congo si svolgeranno, per la prima volta dal 1962, elezioni libere a cui presenzierà anche una nutrita delegazione di osservatori della società civile italiana. I congolesi, attendono con trepidazione questo momento a cui si preparano da tre anni, da quando cioè funziona un governo di transizione dopo una tragica guerra che, per lunghi tratti, ha assunto le caratteristiche di un conflitto continentale, causando ben quattro milioni di morti. L'associazione italiana "Beati i costruttori di pace", invitata dalla Società civile congolese, sta organizzando una missione di osservazione elettorale nella zona più turbolenta del Paese, il Kivu, nella regione dei Grandi Laghi.

"La nostra volontà è di essere accompagnatori cordiali e non semplici ispettori" dicono i 60 volontari che, provenienti da tutta Italia, lo scorso fine settimana si sono ritrovati a Padova per il loro quarto appuntamento di preparazione. Non sono professionisti delle elezioni ma persone qualunque (molti gli studenti universitari) che da mesi si preparano a questa missione: hanno seguito corsi di formazione e saranno parificati a tutti gli effetti - tranne che per la paga, essendo volontari - agli incaricati dell'Unione europea o della Fondazione Carter, che abitualmente vigilano sulle urne. Un compito importante, non esente da difficoltà e qualche rischio, soprattutto nelle zone "calde" dove però i Bcp sono presenti da anni e nelle quali la loro presenza è stata espressamente richiesta della société civile e delle Ong locali.

Nel lungo cammino nonviolento dei Bcp (in Italia ma anche nei martoriati Balcani e in Palestina) la svolta africana avviene nel 2000, quando da Bukavu (Sud Kivu) arriva un grido disperato: "Di quanti milioni di morti avete ancora bisogno perché i vostri giornalisti si accorgano del dramma del Congo?". Nel febbraio-marzo 2001, si verifica l'"impossibile": una grande assemblea di pace in zone di guerra, con centinaia di migliaia di donne e uomini congolesi a cui si aggiungono 300 persone di pace provenienti dall'Italia e da altri paesi europei: 300 bianchi, né soldati, né missionari, né capi-progetto con la sola voglia di aiutare il dialogo inter-congolese che faticosamente cercava di decollare.

"Abbiamo continuato ad appoggiare il processo di transizione e ora vogliamo dare il nostro piccolo contributo a questa nuova fase" spiegano Lisa Clark e Albino Bizzotto, portavoce dei Bcp, appena tornati da un viaggio di ricognizione in Congo: "Osservatori elettorali nelle zone turbolente dell'Est possono essere importanti per prevenire brogli e intimidazioni. Gli uomini e donne del Congo sono consapevoli che il voto è solo il primo passo verso una pace duratura, ma hanno aspettato da tanto e con pazienza questa occasione e sanno che essa, seppur fra tante difficoltà, non va sprecata".

Ultime su questo tema

“L’accordo per Gaza deciso senza il minimo coinvolgimento dei palestinesi”.

14 Ottobre 2025
Intervista a Maria Elena Delia, referente per l’Italia della Global Sumud Flotilla e Global Movement to Gaza. Il ricordo di Vittorio Arrigoni. (Laura Tussi)

Siria, prime elezioni dopo la caduta di Assad

12 Ottobre 2025
Nelle prime elezioni parlamentari indirette, il volto del nuovo potere preoccupa le minoranze con l’incognita Israele. (Alessandro De Pacale)

I gazawi stanno morendo per noi

02 Ottobre 2025
Si testa la tenuta dell’impunità concessa ai massacratori. Si trovano le strade per ridurre al silenzio la democrazia. (Raffaele Crocco)

2 ottobre 2025: Sosteniamo l’umanità

02 Ottobre 2025
Giornata internazionale della Nonviolenza: "Sta per andare a fondo. Bisogna salvarla. L’umanità è in pericolo. La nonviolenza può essere l’appiglio cui aggrapparsi: sosteniamo l’uman...

Dossier - Riconoscere la Palestina: perché il mondo sta cambiando posizione

01 Ottobre 2025
Nell’estate-autunno 2025 alcuni tra i più rilevanti Paesi occidentali hanno deciso di riconoscere lo Stato di Palestina. (Giacomo Cioni)

Video

Giustizia penale internazionale: intervista a Flavia Lattanzi