Lettera dei Beati costruttori di Pace ai parlamentari

Stampa

Nella lettera aperta dei Beati costruttori di Pace ai parlamentari italiani emerge una chiara posizione di rispetto del diritto internazionale, riportando la centralità dell'ONU impiegando le principali energie per un reale processo di pace in Iraq piuttosto che per la sola sicurezza dei soldati inviati e riconoscendo la necessità di interrompere una situazione di sostanziale fallimento.

LETTERA APERTA

Gentile Parlamentare,

sono molti i messaggi che le stanno pervenendo in questi giorni perché si opponga al rifinan-ziamento della missione militare italiana in Iraq.
Innanzitutto vorremmo esprimere riconoscenza e apprezzamento a quanti di voi si sono già schierati con coerenza morale e con chiarezza politica.
Anche noi dell'associazione "Beati i costruttori di pace" ci uniamo a coloro che si sono già espressi in tal senso, condividendo tutte le ragioni addotte:
- rientrare nel diritto internazionale;
- riportare operativamente la centralità dell'ONU, uscendo dalla politica di immobilizza-zione e sterilizzazione che nei suoi confronti sta perseguendo l'Amministrazione statu-nitense;
- impiegare le principali energie per un reale processo di pace in Iraq piuttosto che per la sola sicurezza dei soldati inviati;
- riconoscere la necessità di interrompere una situazione di sostanziale fallimento che, di fatto, sta peggiorando in una spirale di violenza incontrollata, con pericolo di guerra ci-vile;
- favorire una ricomposizione politica dell'Europa.

A tutto ciò vorremmo aggiungere tre brevi considerazioni:
1. Anche per la politica ci sono priorità e limiti: la pace in questo momento costituisce l'urgenza più impegnativa e grave. Per noi è essenziale capire qual è il riferimento reale in base al quale vengono prese le decisioni. Per noi è inconcepibile l'astensione.
2. Quanto vale la vita delle persone fatte fuori da una guerra illegittima e immorale fon-data sulle menzogne? La guerra è anche crimine! Esiste una responsabilità morale per-sonale e politica dei crimini commessi, anche se i responsabili non finiranno davanti al Tribunale Penale Internazionale. Anche i parlamentari hanno una coscienza.
3. Siamo in troppi a essere stanchi di una politica di sfinimento. La richiamiamo alla sua funzione rappresentativa della volontà della maggioranza dei cittadini, espressa con molta forza dalle manifestazioni, dalle bandiere della pace, ecc.. La prego di dare voce e vigore anche ai fermenti della società, con più fiducia nel futuro. Assumendo la sua responsabilità in coscienza, anche in contrasto - se necessario - con il realismo ma-chiavellico e il cinismo politico di alcune direzioni dei partiti.

La saluto con stima e le auguro un lavoro proficuo.
Il Presidente
Don Albino Bizzotto

Ultime su questo tema

“L’accordo per Gaza deciso senza il minimo coinvolgimento dei palestinesi”.

14 Ottobre 2025
Intervista a Maria Elena Delia, referente per l’Italia della Global Sumud Flotilla e Global Movement to Gaza. Il ricordo di Vittorio Arrigoni. (Laura Tussi)

Siria, prime elezioni dopo la caduta di Assad

12 Ottobre 2025
Nelle prime elezioni parlamentari indirette, il volto del nuovo potere preoccupa le minoranze con l’incognita Israele. (Alessandro De Pacale)

I gazawi stanno morendo per noi

02 Ottobre 2025
Si testa la tenuta dell’impunità concessa ai massacratori. Si trovano le strade per ridurre al silenzio la democrazia. (Raffaele Crocco)

2 ottobre 2025: Sosteniamo l’umanità

02 Ottobre 2025
Giornata internazionale della Nonviolenza: "Sta per andare a fondo. Bisogna salvarla. L’umanità è in pericolo. La nonviolenza può essere l’appiglio cui aggrapparsi: sosteniamo l’uman...

Dossier - Riconoscere la Palestina: perché il mondo sta cambiando posizione

01 Ottobre 2025
Nell’estate-autunno 2025 alcuni tra i più rilevanti Paesi occidentali hanno deciso di riconoscere lo Stato di Palestina. (Giacomo Cioni)

Video

Giustizia penale internazionale: intervista a Flavia Lattanzi