Kossovo: al via i negoziati Pristina-Belgrado

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Si sono incontrati a Vienna per la prima volta dal conflitto del 1999 rappresentanti della Serbia e del Kossovo. Obiettivo dei colloqui è quello di trovare degli accordi su questioni specifiche quali il ritorno dei profughi, i processi di privatizzazione, la libertà di movimento. Solo in un secondo momento si affronterà la complessa questione dello status finale della regione.

I colloqui tra Vienna e Belgrado sono iniziati non certo nel migliore dei modi poiché la delegazione della Serbia e del Kossovo hanno subito adottato la politica del muro contro muro; ma è senza dubbio rilevante che ci sia seduti allo stesso tavolo. "L'avvio dei negoziati rappresenta un passo avanti per la stabilità nell'intera regione" ha affermato Javier Solana, plenipotenziario UE per la politica estera.

Il nodo ancora irrisolto in Kossovo, e che sta bloccando le prospettive di sviluppo e di normalizzazione della situazione, è quello dello status finale della regione. Formalmente, secondo quanto sancito dalla risoluzione 1244 delle Nazioni Unite quest'ultima pur essendo amministrata da un'autorità internazionale, l'UNMIK, fa ancora parte della Serbia. Di fatto è indipendente e la comunità albanese è compatta a favore di un'indipendenza non solo sostanziale ma anche formale del proprio paese. Che Belgrado naturalmente non è pronta a concedere.

In un'intervista a Osservatorio sui Balcani, Martina Iannizzotto, che per conto dell'UNMIK si occupa di rientri dei profughi in Kossovo, ha affermato che "nonostante a Vienna non ci sia stata alcuna stretta di mano si sono poste le premesse perché albanesi, serbi e comunità internazionale inizino a lavorare assieme, lo considero un segnale molto positivo". La stessa opinione è condivisa da molti volontari italiani che in questi anni hanno lavorato in Kossovo ed in Serbia. [DS]

Altre fonti: UNMIK

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