Italia: giornata del dialogo cristiano islamico

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Si svolge oggi, ultimo venerdi del Ramadan dell'anno islamico 1424, in tutta Italia la celebrazione della seconda "Giornata del dialogo cristiano-islamico". Importanti iniziative di dialogo si tengono nelle principali citta' italiane tra cui Roma, Torino, Cuneo, Milano, Casale Monferrato, Verona, Genova, Bergamo, Mestre, Brescia, Reggio Emilia, Padova, Trento, Avellino, Napoli e Salerno. I promotori dell'iniziativa, tra cui Pax Christi, il periodico di ispirazione cristiana Il Dialogo, Nigrizia, i Centri Islamici della Lombardia e dell'Emilia Romana, la Chiesa Valdese e la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia hanno invitato tutti a digiunare in segno di pace e di fratellanza con i musulmani e con quanti soffrono la fame e l'ingiustizia.

"E' troppo alto il muro che separa il Nord dal Sud del Mediterraneo, l'Occidente dall'Oriente, il mondo cristiano da quello dell'islam - si legge nell'appello della giornata - Il dialogo tra queste due comunità di fede, pure essendo ormai avviato ed avendo già prodotto alcuni frutti, è ancora ad uno stadio iniziale. Soprattutto alla base delle due comunità, sono ancora troppo rare le occasioni di conoscenza, di incontro, di confronto sui grandi temi culturali e sociali del nostro tempo: la pace, la giustizia, il rispetto dei diritti umani, la convivenza, la costruzione di una società democratica e pluralista, la formazione dei giovani".

In occasione della giornata del dialogo cristiano islamico e dopo i micidiali attentati di questi giorni, Farid Adly, (direttore di Anbamed - notizie dal Mediterraneo) ha inviato un appello per l'assunzione di responsabilità da parte degli arabi colti in Italia ed Europa. "Ora basta! Ogni nostro ulteriore silenzio è complice" - esordisce l'appello che invita intellettuali arabi e musulmani "a prendere una posizione chiara ed esplicita di rifiuto del terrorismo". "Agli appelli ed alle azioni di chi chiama alla guerra tra civiltà, dobbiamo contrapporre la fede nel dialogo e nella costruzione di ponti" - e conclude: "Non lasciamo in mano a dei pazzi sanguinari l'eredità di 14 secoli di civiltà arabo-islamica! Diamo un esempio di opposizione chiara e coraggiosa, per non lasciare una moltitudine di giovani in preda al sopprimente pensiero della pura e stupida violenza".

Nell'ottobre scorso in occasione della ''Conferenza europea sul dialogo interreligioso'' il Ministro dell'Interno Pisanu aveva proposto di elaborare una "Carta europea del dialogo interreligioso e della coesione sociale" sostenendo che "obiettivo prioritario dei ministri dell'Interno dell'Unione Europea, è la costruzione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, in cui tutti si sentano a casa loro".

Per contrastare la violenza e le logiche del terrorismo "nel lungo periodo il compito primario è quello di educare ed educarci alla mondialità, all'interculturalità, alla pace" la Caritas ha organizzato, per il 24 e 25 novembre 2003, presso la sua sede, una due giorni di confronto dal titolo: "Dopo le guerre, il dialogo. Posizioni e prospettive per la Caritas nell';area mediorientale, Terra Santa, Iraq, Iran, Afghanistan". L'obiettivo è quello di approfondire dal punto di vista culturale e religioso, istituzionale e politico l'attuale scenario e il ruolo degli organismi internazionali. Aperta al pubblico e di particolare rilievo e' la tavola rotonda "Quale dialogo?", di lunedi 24 novembre alle 15.30 in viale Baldelli,41 a Roma, presso la sede della Caritas Italiana. Il dibattito sarà moderato da Gad Lerner e vedrà la partecipazione di Mons. Khaled Akasheh, Mario Scialoja, Laura Boldrini, Franca Bimbi, Domenico Rosati e di un rappresentante del Governo. [RB/GB]

Altre fonti: Il dialogo

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