Il presidente del Congo Kabila in visita in Germania

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In occasione del viaggio in Germania del presidente congolese Joseph Kabila, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha chiesto che i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani commessi nello stato centrafricano siano finalmente costretti ad assumersi le responsabilità dei loro crimini. L'Unione europea dovrebbe sostenere in modo mirato l'istituzione di un sistema giudiziario efficace nel Congo in modo da porre termine all'impunità e all'arbitrarietà. Come dimostrano i recenti attacchi alle truppe di pace dell'ONU MONUC, la pace in Congo è molto precaria. Il presidente Kabila dev'essere esortato a non rimandare le riforme democratiche promesse e le elezioni previste per l'anno prossimo. Ogni ritardo nell'attuazione di uno stato democratico aumenta il pericolo di una nuova guerra nel paese. Finora i signori della guerra si sono semplicemente spartiti il potere nel paese ma non si sono impegnati in modo convincente per una pace duratura.

Solo ieri le milizie hanno aperto il fuoco contro un convoglio accompagnato dai Caschi Blu dell'ONU di cinque navi sul Lago Alberta. Le navi trasportavano esperti dell'ONU incaricati di indagare su un massacro nel villaggio di Gobu (distretto di Ituri, Provincia Est) nel quale il 15 gennaio 2004 sarebbero stati uccisi, secondo i testimoni, almeno cento civili. Le milizie Lendu, incaricate della protezione dei passeggeri di diverse imbarcazioni, avrebbero costretto commercianti donne e bambini che si trovavano sulle barche, a scendere a terra. Poi avrebbero diviso gli uomini dalle donne e dai bambini e avrebbero immediatamente ucciso tutti gli uomini. Le donne e i bambini sarebbero stati rapiti e usati per scaricare la merce dalle barche. In gennaio 2004 le unità MONUC sono state attaccate diverse volte nel distretto di Ituri dalle milizie della Union des Patriotes Congolais (UPC). Il 23 gennaio 2004 le milizie hanno p.es. sparato contro un campo di soldati ONU pakistani.

Durante la sua visita in Francia, il presidente Kabila ha sottolineato pubblicamente che tutti i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani devono essere perseguiti e giudicati in tribunale. Quando si tratta di violazioni dei diritti umani il governo del Congo sembra però vederci male: mentre vengono ricercati e puniti i responsabili dei crimini appartenenti all'opposizione vengono invece ignorate le violazioni commesse dai propri soldati e dalle forze alleate. Nello stesso modo Kabila non si è impegnato per porre termine all'uso e al reclutamento di bambini soldato nell'esercito e nelle milizie alleate.

Fonte: Associazione per i Popoli Minacciati

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