Balcani: Mostar e Mitrovica, divise dai ponti

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La settimana scorsa è stata posata l'ultima pietra nell'arcata del Ponte Vecchio a Mostar distrutto dall'esercito croato bosniaco nel 1993. E' l'ennesima inaugurazione che però non ha riavvicinato una città ancora divisa: bosniaco-musulmani da una parte, croati dall'altra.

Lo scorso 21 agosto per la prima volta dopo dieci anni i ragazzini di Mostar hanno potuto rigettarsi nel blu della Neretva, il fiume che attraversa questa città bosniaca, dalla cima del famoso Ponte Vecchio. "E' stata una festa solo in parte" racconta Dario Terzic, giornalista dell'Osservatorio sui Balcani e corrispondente da Mostar "I cittadini della città erzegovese in effetti su questo sono ben divisi. Da una parte ci sono politici, media, e la comunità internazionale che continua a parlare della ricostruzione del Ponte vecchio come della 'ricucitura di un tessuto' in una città distrutta dalla guerra, e ancora divisa tra croato-bosniaci e bosniaco-musulmani. Però la situazione non cambia. La ricostruzione del Ponte non c'entra con la riunificazione della città perché tutte e due le sponde sono sempre sulla parte bosniaca. I croati non sono molto interessati alla ricostruzione".

Da un ponte ad un altro, anche questo purtroppo simbolo di divisione. Si tratta di quello sul fiume Ibar che divide in due la città di Mitrovica, da una parte abita la comunità serba, dall'altra quella albanese. E' stato proprio il ponte di Mitrovica uno dei primi luoghi visitati da Harri Holkeri, aministratore ONU del Kossovo. "Occorre rompere il ciclo della violenza e cercare con tutte le forze la riconciliazione" ha affermato Holkeri sottolineando che durante il suo mandato farà tutto il possibile per riavvicinare le due comunità.

Fonti: Osservatorio sui Balcani, UNMIK, Oneworld SEE.

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