2 giugno: la Festa della Repubblica ripudia la guerra

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Foto: Unsplash.com

Oggi, 2 giugno, niente parata militare – o meglio, come dicono quelli che ne sanno – “rivista militare” (ma la chiamano anche “sfilata”). “A causa delle misure di tutela sanitaria adottate per contrastare la diffusione del Covid-19 quest’anno la sfilata su via dei Fori Imperiali non avrà luogo” – riportava ieri un laconico comunicato del Ministero della Difesa. Che, comunque, nei giorni scorsi aveva potuto annunciare festante il grande “#AbbraccioTricolore” (hashtag incluso) delle Frecce Tricolori che hanno sorvolato tutte le regioni dello Stivale. Cosa c’entri la parata militare con la Festa della Repubblica non si è mai capito: le Forze armate hanno la loro festa il 4 novembre, giorno della fine dell’inutile strage che fu la Prima guerra mondiale che qualche nostalgico dell’era fascista si ostina a definire “Anniversario della Vittoria”.

Le iniziative della società civile

Sono numerose, invece, le iniziative promosse dalle associazione della società civile per quella che viene correttamente definita la “Festa della Repubblica che ripudia la guerra”. (Costituzione art. 11). Ieri, le sei reti nazionali che hanno promosso la Campagna “Un’altra difesa è possibile hanno presentato in una video conferenza la nuova fase di mobilitazione per il rilancio della Campagna per aprire un’ulteriore interlocuzione con le istituzioni..

“Ci rivolgiamo a Senato e Camera per offrire un dialogo tra società civile e organi parlamentari sul tema attualissimo e decisivo della difesa della Patria” – ha spiegato Mao Valpiana, coordinatore della Campagna e presidente del Movimento Nonviolento, intervenendo a nome delle sei Reti promotrici. “Abbiamo scelto di utilizzare lo strumento della Petizione, previsto dall’articolo 50 della Costituzione, per chiedere al Parlamento di esaminare la proposta di legge di iniziativa popolare per istituire il Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta”.

Nel corso della 17a legislatura la Campagna ha raccolto le firme sufficienti per una Proposta di Legge di iniziativa popolare, successivamente trasformata in Proposta di Legge parlamentare con più di 70 firmatari incardinata nelle competenti Commissioni della Camera dei Deputati. “Con il passo odierno chiamiamo di nuovo in causa i Parlamentari della Repubblica, a partire dalla Presidente del Senato, on. Maria Elisabetta Alberti Casellati e dal Presidente della Camera dei Deputati, on. Roberto Fico a cui abbiamo inviato richiesta di incontro con i rappresentanti della Campagna”.

Riparte la Campagna “banche armate”

In vista della Festa della Repubblica, i direttori delle tre riviste promotrici della Campagna di pressione alle “banche armate” hanno lanciato l’appello “Cambiamo mira! Investiamo nella Pace, non nelle armi”. L’appello si ispira al messaggio di Pasqua di papa Francesco nel mezzo dell’emergenza causata dal Covid-19: “Non è questo il tempo – afferma il papa – in cui continuare a fabbricare e trafficare armi, spendendo ingenti capitali che dovrebbero essere usati per curare le persone e salvare vite”. Con questo appello le tre riviste (Missione Oggi, Mosaico di Pace e Nigrizia) invitano le comunità ecclesiali, le associazioni ed i singoli a “verificare le banche in cui abbiamo depositato i risparmi evitando quei gruppi bancari che finanziano, giustificano e sostengono l’industria, il commercio e la ricerca militare”.

Come riportato nella recente “Relazione sulle esportazioni di armamenti italiani” (che abbiamo presentato in questo articolo), ed in particolare nella Relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), nel 2019 le maggiori operazioni per esportazioni di sistemi militari sono state svolte da cinque gruppi bancari (qui le tabelle in .pdf): UniCredit che riporta “importi segnalati” per 1.556.304.144 euro a cui vanno aggiunti gli “importi segnalati” da UniCredit Factoring del valore di 159.126.588 euro; Deutsche Bank che riporta “importi segnalati” per 793.751.149 euro; Barclays Bank con 793.751.149 euro; Banca Popolare di Sondrio che riporta 189.638.925, e IntesaSanpaolo che riporta “importi segnalati” per 143.270.858 euro.

I direttori delle tre riviste, inoltre, si uniscono alla richiesta avanzata al governo italiano da parte di Rete italiana per il disarmo, Rete della pace e Sbilanciamoci! di attivare una moratoria sulla spesa militare e sistemi d’arma per almeno un anno, riconvertendo tale spesa nella sanità, nella scuola, nella cultura, nella difesa dell’ambiente, nelle comunità locali.

Insieme per la Pace

La Tavola della Pace propone per oggi 2 giugno dalle 17 alle 19 su Zoom e Facebook l’evento “Insieme per la pace”. Vi saranno interviste e interventi in diretta di diversi protagonisti del mondo pacifista.

“La Repubblica italiana – scrivono i promotori dell’evento – è costruita sui grandi valori della nostra Costituzione: libertà, uguaglianza, solidarietà, democrazia, lavoro e pace. Ognuno di questi valori non è una parola, ma una bussola da seguire e un programma da realizzare con l’impegno di tutti, cittadini e istituzioni”.

L’incontro darà avvio all’organizzazione della Marcia PerugiAssisi che si svolgerà domenica 11 ottobre 2020. “La Marcia si farà perché la PerugiAssisi non è un festival, ma un modo concreto di affrontare insieme i grandi problemi del nostro tempo” – ha dichiarato il coordinatore, Flavio Lotti. “Dobbiamo rimettere al centro la persona umana e i popoli con i loro fondamentali diritti. Dobbiamo difendere le nostre istituzioni democratiche, dalla città all’Onu”.

Giorgio Beretta  
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