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Giornalisti uccisi. Mai così tanti dal 2013
Conflitti
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Immagine: Ifj.org
Il 31 dicembre, la Federazione Internazionale dei Giornalisti ha pubblicato la lista dei giornalisti e operatori dei media morti nel 2023: sono 120. Il 68% di loro è rimasto ucciso nella guerra di Gaza. In 547, invece, hanno passato il Capodanno in carcere Il bilancio di 120 morti dell’IFJ è alto. Ma sono 140 quelli indicati dalla Press Emblem Campaign (PEC), una Ong svizzera con status consultivo speciale presso le Nazioni Unite. La differenza è dovuta ai morti registrati nella guerra di Gaza, che variano a seconda dei criteri utilizzati per definire la qualifica professionale di un giornalista. E non solo. Reporter senza frontiere ne conta molti di meno perché considera solo chi è stato ucciso con la telecamera o il taccuino in mano. Ciò che sembra indiscutibile è che, in media, dal 7 ottobre di giornalisti ne sono morti quasi uno al giorno. Dei circa 80 palestinesi che hanno perso la vita, la maggior parte erano freelance che lavoravano per diverse testate, anche straniere.
La situazione dei reporter colpiti resa nota nel 2014 da Rsf
Sono stati uccisi al lavoro o a casa, spesso insieme alle loro famiglie. “Questo è il numero di vittime di lavoratori dei media più alto durante un conflitto in uno spazio di tempo così breve”. Ricorda il presidente del PEC Blaise Lempen. E sottolinea: “Sebbene sia difficile verificare se i giornalisti siano stati presi di mira deliberatamente o meno, l’esercito israeliano ha sistematicamente distrutto la capacità operativa dei media palestinesi bombardando uffici e strutture”. Molte agenzie di stampa non esistono più ed è ancora impossibile per i giornalisti stranieri entrare a Gaza, causa motivi di sicurezza. E’ un duro colpo per l’informazione, fortunatamente mitigato dal contributo del Sindacato dei giornalisti palestinesi, che ha prodotto un rapporto completo e dettagliato su tutte le violazioni ai danni dei lavoratori dell’informazione nei Territori occupati. Fra queste ci sono le mancate cure ai giornalisti feriti, i 49 casi di attacchi da parte dei coloni in Cisgiordania e i circa 58 arresti dal 7 ottobre.
L’inferno di Gaza non risparmia nessuno
L’elenco dei morti di Gaza si è allungato domenica 7 gennaio. Altri due reporter sono stati uccisi da un missile mentre erano in macchina in viaggio da Khan Younis a Rafah. Uno di loro era il figlio del corrispondente di Al Jazeera Wael Dahdouh, che nella guerra aveva già perso la moglie, altri due figli e un nipote. Il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ) ha appena chiesto di aprire un’indagine per capire se i due giornalisti siano stati vittime di un attacco mirato...