Olimpiadi: no a Finmeccanica per Torino 2006

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La Sezione Italiana di Amnesty International ha scritto oggi al presidente del Toroc (il Comitato organizzatore dei XX Giochi Olimpici invernali di Torino 2006), Valentino Castellani, per esprimere il proprio disappunto sull'accordo raggiunto con il Gruppo Finmeccanica, che sarà tra gli sponsor ufficiali delle Olimpiadi.

"La partecipazione di Finmeccanica, in qualità di partner del Programma artistico e culturale dei Giochi" - scrive Amnesty Italia - "ci sembra proietti un'ombra sgradevole su un'edizione dei Giochi che, con il concorso di tutti, si sta cercando di effettuare in un quadro complessivo di rispetto della persona e dell'ambiente".

L'utilizzo di fondi Finmeccanica, principale gruppo italiano del settore armiero, si pone in contrasto con i principi della Carta d'intenti, elaborata dal Comitato dei valori, di cui Amnesty International fa parte: tali principi si rifanno alla tutela del diritto alla vita, alla salute, alla libertà e alla sicurezza.

Amnesty Italia sottolinea il rischio che imprese legate al Gruppo Finmeccanica da rapporti di parentela o di semplice collaborazione commerciale a livello nazionale ed internazionale, esportino verso altri paesi armi che possono essere utilizzate per commettere gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Soprattutto, vi è la possibilità che in una serie di casi sotto analisi, proprio armi fabbricate da Finmeccanica e dalle società controllate dal Gruppo possano essere state utilizzate per colpire indiscriminatamente la popolazione civile o nel contesto di conflitti interni e internazionali.

"L'appartenenza di Finmeccanica a questo settore industriale" - conclude la lettera - non ci consente quindi di considerare positivamente il suo ingresso fra gli sponsor ufficiali del Toroc e ci auguriamo che il Comitato organizzatore ritorni sui suoi passi, per dimostrare che alle parole e agli impegni contenuti nella Carta d'intenti corrispondono anche comportamenti conseguenti".

Amnesty International precisa che non intende proporre o sostenere alcuna forma di boicottaggio, né di interruzione del commercio delle armi in quanto tali, bensì contrastare i trasferimenti di armi quando si possa ragionevolmente presumere che il governo acquirente le impiegherà per violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale.

Malgrado l'Italia sia dotata di una legge apparentemente chiara e rigorosa, la 185/90, garanzia per lo Stato e le industrie di alti standard di controllo, un'applicazione poco coerente al dettato normativo e allo spirito dei divieti contenuti nella legge hanno reso possibili in alcuni casi esportazioni verso paesi dove è alto il costo umano dei conflitti e delle violazioni dei diritti umani.

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