Nel 2003 750 obiettori alle spese militari

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Sono stati circa 750 gli obiettori alle spese militari del 2003, per una somma raccolta pari a 30mila euro destinati, tramite il Fondo nazionale per la pace, a sostenere iniziative in Italia e all'estero per la promozione della pace. Un gruppo piccolo, ma in crescita. Nel 2002 gli obiettori alle spese militari furono poco più di 600 e l'anno precedente meno di 500. Questo il bilancio della campagna di obiezione alla spesa militare del 2003 promossa dalla LOC di Milano che ha proposto la prima assemblea regionale degli obiettori alle spese militari presentando un bilancio su quanto fatto finora, ma anche nuove proposte per il futuro.

Quest'anno la campagna per l'obiezione alla spesa militare chiederà al governo di istituire un Libro bianco sulla pace. "Come avviene per la difesa, i trasporti o l'ambiente, chiediamo al governo di realizzare annualmente un Libro bianco che racchiuda tutto ciò che si è fatto a livello statale o di enti locali, associazioni e gruppi, sul tema della pace", spiega Massimo Aliprandini della Loc, Lega obiettori di coscienza che si occupa del coordinamento milanese della campagna lanciata per la prima volta nel 1982.

Una novità per il 2004 sarà, inoltre, rappresentata dalla costituzione presso l'Ufficio per il servizio civile, della commissione di studio per un modello di difesa popolare nonviolenta. "Si tratta di un piccolo, ma importante risultato raggiunto dalla campagna", dice Aliprandini. La campagna del nuovo anno parte domani da Milano con la prima assemblea regionale degli obiettori alle spese militari e del neonato coordinamento regionale. La giornata di domani sarà anche dedicata a discutere la riorganizzazione interna della campagna a partire dalla nascita del Coordinamento regionale per l'obiezione alle spese militari.

L'idea è quella di promuovere una migliore capacità d'azione sul territorio in almeno due modi, come spiega Massimo Aliprandini: " Innanzitutto vorremo che fossero coinvolte altre realtà e associazioni oltre a quelle che storicamente fanno parte della campagna; in secondo luogo pensiamo di organizzare piccoli gruppi sul territorio che possano agire e proporre iniziative al coordinamento
regionale". In altre parole, l'intenzione è dare vita a un'organizzazione a cui fare riferimento per proporre iniziative locali e comunicarle agli altri aderenti alla campagna. A questo scopo è in programma la costituzione di un Osservatorio delle istituzioni e delle associazioni che raccolga e diffonda le varie iniziative pacifiste proposte sul territorio.

Fonte: Redattore sociale

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