Libia: deportazioni di massa di immigrati, l'Italia stipula contratto militare

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L'Italia "sospenda gli accordi stipulati con la Libia in materia di immigrazione" e con l'Unione Europea faccia "immediate pressioni su Tripoli affinché non attui l'annunciato programma di deportazioni di massa". Lo chiedono numerose associazioni italiane (ASGI, ARCI, ICS, Centro Astalli, CIR, Senza Confine, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Save The Children, Amnesty International) in seguito all'annuncio del governo libico di espellere 'senza eccezioni' gli immigrati illegali presenti sul territorio nazionale: si tratta, secondo una stima delle autorità libiche, di 2 milioni di persone tra cui numerosi richiedenti asilo e rifugiati, provenienti in maggioranza dal Corno d'Africa. Preoccupazione è stata espressa dal portavoce dell'Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), Laura Boldrini, per le ripercussioni che l'operazione governativa potrebbe avere su coloro che chiedono asilo e dall'associazione Human Right Watch che sottolinea la "fissazione dell'Europa per impedire le immigrazioni illegali senza un'adeguata considerazione della protezione dei diritti di queste persone".

Le associazioni chiedono inoltre al governo italiano di rendere noto "il contenuto degli accordi ad oggi stipulati con la Libia nel settore dell'immigrazione, e i relativi costi che l'Italia ha sostenuto o che intende sostenere" e di "rivedere la partecipazione dell'Italia al programma Frontex, che rischia di avere un impatto negativo sull'accesso alla protezione in Europa e di favorire, anche implicitamente, deportazioni di massa dalla Libia di migranti e richiedenti asilo verso aree a rischio". Il Ministero dell'Interno Amato ha stipulato il 29 dicembre scorso un accordo per un pattugliamento marittimo congiunto col Ministro degli Esteri libico Abdurrahman Mohamed Shalgam.

L'accordo, raggiunto con trattative coperte dal più stretto riserbo, rientra tra le misure di contrasto degli arrivi irregolari via mare in provenienza dalla Libia e prevede anche il trasferimento di risorse economiche al Governo di Tripoli. "In mancanza di un sistema di garanzie e di controlli sulla sorte effettiva delle persone intercettate in mare e restituite alle autorità libiche, gli accordi di collaborazione, il cui contenuto e i cui oneri di spesa non sono comunque mai stati resi noti, né sono stati discussi in Parlamento chiamano direttamente in causa gravi responsabilità dell'Italia, in relazione alle violazioni dei diritti umani fondamentali che in territorio libico possono essere commesse a danno dei migranti riportati in Libia a seguito delle operazioni di pattugliamento navale e successivamente deportati verso i paesi di origine" - denunciano le associazioni .

Il governo italiano, però, più che ai diritti dei migranti sembra interessato a prevenire le "immigrazioni clandestine" facendo affari anche in campo militare con Gheddafi. Proprio mentre Tripoli annunciava le "espulsioni di massa", una delle società di Finmeccanica (di cui il principale azionista è il ministero del Tesoro), la Alenia Aeronautica ha siglato con la Libia un contratto di oltre 31 milioni di euro per la fornitura di un velivolo da pattugliamento marittimo ATR-42MP Surveyor. L'aereo sarà consegnato nel corso del 2009 e sarà utilizzato dal corpo della "General Security" libica per il controllo delle acque territoriali, la lotta al traffico illegale di beni e persone, la ricerca e soccorso e la tutela dell'ambiente marino - riporta un comunicato di Alenia Aeronautica. L'ATR-42 MP libico avrà una configurazione molto simile a quella degli aerei già in servizio con la Capitaneria di Porto italiana e sarà equipaggiato con un sistema di missione che comprende, oltre al radar di ricerca, anche un sensore elettro-ottico e la possibilità di lancio di equipaggiamenti per il soccorso in mare. Ma non si tratta di un aereo a solo scopo di sorveglianza: "tra i ruoli secondari, l'ATR 42 MP può svolgere missioni dedicate al trasporto truppe e paracadutisti" - riporta il sito Aviazione Militare pubblicato da Aeronews. [GB]

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