Fim-Cisl: Trattato Onu sul commercio d'armi per porre fine a triangolazioni

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La Fim-Cisl "accoglie con soddisfazione" il voto dell'Assemblea Generale dell'Onu favorevole all'adozione di un Trattato internazionale legalmente vincolante sul commercio delle armi convenzionali: "è il primo passo per regolare l'esportazione d'armi in un mercato ormai globale" - riporta un comunicato dell'Ufficio Internazionale Fim-Cisl. "Se l'obiettivo condiviso è impedire i trasferimenti d'armi che alimentano conflitti, povertà, terrorismo e gravi violazioni dei diritti umani, ci vogliono regole internazionali che garantiscano il monitoraggio e controllo delle esportazioni dei componenti e sistemi d'arma, attraverso una trasparenza e tracciabilità degli scambi commerciali in questo particolare 'mercato'".

Il sindacato - che aderisce alla Rete italiana Disarmo - evidenzia che "oggi l'industria a produzione militare è globale, mentre le norme per controllarne le operazioni commerciali no". "Questo consente alle aziende dei paesi europei e nordamericani - sottoposte a norme nazionali - di aggirare i controlli attraverso la vendita di singoli componenti ad uso duale (civile-militare) ed il subappalto delle produzioni in altri paesi" - nota il sindacato. "E' il caso della recente vicenda somala che riguarda l'industria italiana, per le forniture dirette di camion militari e sistemi antiaerei alle "corti islamiche". Inoltre la Somalia ha ricevuto aerei militari smontati e pezzi di ricambio dall'Arabia Saudita e dalla Eritrea, paesi destinatari di trasferimenti d'armi autorizzate dal Governo italiano. Questo è un caso tipico di triangolazione, che dimostra l'inefficacia di una regolamentazione nazionale pur importante come la Legge 185/90" - denuncia Fim-Cisl.

I sindacati, richiamando un recente rapporto della campagna Control arms citano anche altri casi in cui sono stati aggirati i controlli come quello della "Cina verso la quale la UE ha in vigore un embargo della vendita di armi e Usa e Canada si rifiutano di vendere prodotti militari". "Eppure - notano i sindacati - il nuovo elicottero d'attacco cinese Z-10 non potrebbe volare senza componenti e tecnologia di un'industria italo-britannica (AgustaWestland), di una canadese (Pratt & Whitney), di una statunitense (Lord Corporation) e di una franco-tedesca (Eurocopter). La Cina ha già venduto questi elicotteri militari a svariati paesi, tra cui il Sudan, contro cui vige un embargo totale sulle armi da parte della UE e uno parziale dell'Onu". Un altro caso citato è quello della "vendita di Land Rover che furono spedite a pezzi in Turchia e lì assemblate, attrezzate come veicoli militari e inviate all'Uzbekistan, che le usò per massacrare centinaia di persone durante una manifestazione pacifica".

"Per queste ragioni la Fim-Cisl accoglie con soddisfazione il voto favorevole espresso dall'Italia in sede Onu, anche grazie alla mobilitazione promossa nel nostro paese dalla Rete Disarmo e Amnesty International con la Campagna Control Arms e la foto-petizione che ha raccolto nel mondo più di un milione di volti a sostegno della richiesta del Trattato.

"Ora è necessario che il Governo italiano s'impegni in due direzioni" - conclude il comunicato di Fim-Cisl: "in ambito UE per rendere legalmente esigibile il Codice di Condotta sul commercio d'armi, allo scopo di armonizzare i comportamenti di tutti gli Stati membri"; e "in ambito nazionale per l'adozione di norme di controllo, trasparenza e tracciabilità anche per il commercio delle armi di piccolo calibro e leggere, coerenti con l'impegno preso alle Nazioni Unite".

Nei giorni scorsi l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato con 153 voti a favore, quello contrario degli Usa e 24 astensioni, l'avvio della stesura di un Trattato internazionale sul commercio delle armi destinato a impedire i trasferimenti di armi che alimentano conflitti, povertà e gravi violazioni dei diritti umani. Il voto dell'Assemblea generale è giunto, dopo quello favorevole della Commissione Disarmo e Sicurezza dell'Onu, a tre anni dal lancio della campagna "Control Arms" promossa per sollecitare l'adozione del Trattato. Alla campagna, promossa in Italia da Amnesty Internatonal e Rete Disarmo, hanno aderito oltre un milione di persone di 170 paesi. Gli Usa sono rimasti l'unico paese a votare contro la proposta del Trattato, nonostante il recente appello di 14 senatori alla segretaria di Stato Condoleezza Rice, affinché l'amministrazione di Washington riconsiderasse la propria posizione. [GB]

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