Enaat: un terzo delle assicurazioni Ace va nell'export di armi

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Il commercio di armi rappresenta il 2% delle esportazioni europee, ma raggiunge tra il 20 e il 30% delle operazioni garantite dalle ACE, le Agenzie di Credito all'Esportazione. Lo rivela uno studio dell'ENAAT (European Network Against Arms Trade ), la Rete europea contro il commercio di armi che riunisce diverse Ong attive in questo settore. La ricerca evidenzia come le organizzazioni internazionali che si occupano delle ACE, a partire dall'Unione europea e dall'OCSE, "escludono completamente il settore militare e della difesa da qualunque forma di trasparenza o regolamentazione". Questo permette a molte imprese attive in questi settori di "ottenere la copertura delle ACE per operazioni destinate a Paesi poveri o fortemente indebitati senza adeguati controlli" - sottolinea la ricerca resa nota in Italia dall'Osservatorio sulla Finanza.

Gli estensori della ricerca reputano necessario e urgente che i Paesi europei aggiornino le normative riguardanti le ACE per adeguarle almeno alle richieste contenute nel Codice di Condotta europeo sull'export di armi (European Code of Conduct on Arms Exports) - in particolare in materia di restrizioni, di trasparenza e di obblighi di comunicazione. La trasparenza è assolutamente insufficiente anche per quanto riguarda le commissioni garantite agli intermediari, "commissioni che spesso possono nascondere tangenti e corruzione" - nota Enaat.

"Anche l'italiana Sace - al 100% di proprietà del Ministero dell'Economia e delle Finanze - non rende pubblica alcuna delle operazioni di copertura dell'export di armamenti: una vera anomalia visto che nostra legge chiede trasparenza alle banche private che appoggiano questi commerci" - commenta Giorgio Beretta della Campagna di pressione alle 'banche armate' che è parte della rete Enaat. "Lo abbiamo ripetutamemente fatto notare durante convegni come quello dello scorso febbraio a Roma, in cui Andrea Baranes della CRBM ha sottolineato questa anomalia legislativa che riguarda un'istituto pienamente controllato dallo Stato; ma soprattutto lo abbiamo messo in evidenza attraverso le note inviate e gli incontri che, con la Rete Disarmo, abbiamo avuto con rappresentanti della Presidenza del Consiglio e particolarmente con il Sottosegretario di Stato, Enrico Letta. Crediamo sia un punto sul quale l'Italia possa porre in atto una correzione di rotta e implementare presto almeno una prassi di trasparenza che già contraddistingue la nostra legislazione in materia di commercio di armi" - conclude Beretta.

Oltre alle dirette minacce legate alla vendita di armi, i crediti all'esportazione in questo settore contribuiscono in maniera sostanziale al debito estero di Paesi poveri e già fortemente indebitati, e rappresentano un caso evidente di "spesa improduttiva", evidenzia ancora la ricerca di Enaat. A causa delle potenziali violazioni sui diritti umani legate all'esportazione di armi, la posizione dell'Enaat è quella di chiedere una completa esclusione del settore militare e della difesa dalle operazioni e dalle coperture delle Agenzie di Credito all'Esportazione.

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