Cluster bombs: Conferenza a Lima, l'Italia accelleri

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Domani 23 maggio si aprirà la conferenza governativa di Lima sulle munizioni cluster. Circa 100 delegazioni sono state invitate dal Governo Peruviano a prendere parte ai lavori che si svolgeranno dal 23 al 25 maggio prossimi. La conferenza di Lima è il secondo incontro previsto dagli accordi di Oslo dello scorso febbraio, dove 46 paesi si sono impegnati ad adottare uno strumento giuridico vincolante che metta al bando le cluster bombs entro il 2008.

Le cluster bombs rappresentano un vero e proprio dramma umanitario che da circa 40 anni colpisce indiscriminatamente la popolazione civile. Numerosi paesi ne sono attualmente affetti, come Afghanistan, Cambogia, Iraq, Laos e Libano. Tra i dati del rapporto sulle cluster bombs pubblicato in questi giorni da Handicap International, è stato rilevato che circa il 90% delle aree dedite alla pastorizia e all'agricoltura nel sud del Libano sono affette da cluster bombs. Il confitto dello scorso anno in Libano ha difatti lasciato tragici segni: 1 milione di submunizioni inesplose, vere e proprie mine pronte ad esplodere, uccidendo e menomando civili e bambini. Molte di queste submunizioni pur essendo di "ultima generazione" continuano a avere un tasso di mancata esplosione elevato, trasformandosi de-facto in mine antipersona.

"L'emergenza umanitaria creata dalle cluster bombs è una tragica evidenza, ed è indispensabile che i Governi si impegnino seriamente in un processo negoziale che sancisca le misure per vietarne l'uso. Un trattato internazionale è senza dubbio uno strumento necessario affinché il sistematico massacro di civili, penosamente ridotto alla categoria "degli effetti collaterali", possa cessare", sostiene Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna Italiana contro le Mine, parte del network internazionale della Coalizione contro le munizioni cluster.

"L'Italia ha appena avviato la discussione in Commissione Esteri della Camera dei Deputati, del Progetto di legge che estende gli effetti della vigente legge sulle mine antipersona alle cluster bombs. Le cluster bombs continuano a mietere vittime. Uomini, donne e bambini sono vulnerabili e indifesi di fronte a questi ordigni che spesso ritrovano nei giardini delle loro case, o sui campi che essi coltivano. Gli Stati coinvolti nei conflitti devono farsi carico della responsabilità della bonifica e dell'assistenza alle vittime, ma ciò che chiediamo oggi è che l'uso e la produzione vengano definitivamente vietati, senza nessuna distinzione tra cluster bombs con meccanismi di autodistruzione e quelle prive di questo meccanismo".

"Il Parlamento italiano ha avviato il suo iter legislativo - prosegue Schiavello - speriamo davvero che si possa ripetere lo stesso percorso del 1997, quando l'Italia fu uno dei primi paesi a lanciare un forte segnale istituzionale mettendo al bando le mine antipersona. La società civile già conosce il tema e in pochi mesi a risposto al nostro appello con quasi 50.000 adesioni. I nostri parlamentari, come allora, dovranno tenerne conto".

Una prima bozza del Trattato dovrebbe essere approvata durante i lavori di Lima. Al momento 50 paesi hanno confermato la loro presenza, tra questi, oltre l'Italia, parteciperanno Australia, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Libano e Gran Bretagna.

Alcuni dati sulle cluster bombs:
à Le munizioni cluster possono essere lanciate attraverso mezzi di terra o aerei. Esse sono un rischio per la popolazione durante e dopo un conflitto.
à Le munizioni cluster riescono a coprire ampie porzioni di superfici. Un container sgancia all'incirca una quantità di submunizioni in un'area grande da 2 a 4 campi di calcio. Per l'alto tasso di mancata esplosione all'impatto, le munizioni cluster diventano delle vere e proprie mine terrestri.
à Le cluster bombs sono state utilizzate almeno in 25 paesi o territori, sono state prodotte in circa 34 paesi.
à 75 paesi possiedono munizioni cluster, il numero di submunizioni nel mondo raggiunge circa 2 miliardi
à Nel sud del Libano, quasi il 90% delle terre utilizzate per la coltivazione e la pastorizia è contaminata da bombe cluster. Secondo le Nazioni Unite in Libano si trovano circa 1 milione di submunizioni inesplose in 34 milioni di metri quadrati.
à Nel novembre 2006, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha auspicato che l'utilizzo di cluster bombs cessi il più presto possibile. Poco dopo la Norvegia ha annunciato la sua intenzione di portare avanti un processo negoziale internazionale per la conclusione di un trattato sulle cluster bombs. A Oslo, nello scorso febbraio, 46 dei 49 paesi partecipanti hanno sottoscritto la dichiarazione d'intenti.

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