Repubblica Ceca, i volontari si auto-organizzano per aiutare i profughi

Stampa

Come reazione alla chiusura del governo e alle campagne terroristiche dei mass media contro i profughi, un numero crescente di persone sta organizzando in tutto il paese gruppi spontanei per aiutarli: raccolgono cibo, coperte, indumenti pesanti, pannolini per bambini, scarpe, articoli per l’igiene eccetera, li caricano in macchina e viaggiano fino alla zona tra Ungheria, Croazia e Serbia dove migliaia di persone sono abbandonate a se stesse e spesso angariate e maltrattate dalle varie polizie. Oltre a fornire un aiuto pratico immediato, la presenza dei volontari serve infatti anche da controllo e da deterrente contro gli abusi della polizia.

Passaggi in auto vengono offerti e accettati in una sorta di BlaBlacar della solidarietà e persone che non si conoscono viaggiano insieme per ore. I primi a partire hanno poi aperto un blog in cui si danno istruzioni per i viaggi successivi in base all’esperienza fatta e si offrono suggerimenti e indicazioni, a volte in tempo reale, per dirigersi nei punti dove c’è più bisogno, o raccogliere le cose più necessarie. Messaggi tipo: “C’è bisogno di coperte, chi può portarle?”, o “Non ho la macchina né il tempo per viaggiare, ma posso offrire…” girano velocissimi nei social media e la soluzioni si trovano sempre.

Nei weekend c’è più gente disponibile – un minimo di sessanta – mentre nei giorni feriali è più difficile trovare volontari, ma in poco tempo si è arrivati a circa trecento persone coinvolte in tutto il paese. E’ un fenomeno spontaneo e in continua crescita, iniziato in simultanea e senza coordinamento a Praga e in altre città, come reazione alla feroce campagna anti-musulmana dei mass-media. La gente parte spinta dall’impulso di aiutare altri che si trovano in una situazione drammatica, dal desiderio di verificare direttamente come stanno le cose e anche dal bisogno di mostrare ai profughi che non tutti i cechi condividono le dure posizioni del governo.

Una volta tornati nelle loro città, molti organizzano incontri – tra poco anche nelle scuole – per raccontare la loro esperienza e denunciare il comportamento del governo ceco, che rinchiude illegalmente i pochi rifugiati che arrivano nel paese, sequestra i loro soldi e se non sono in grado di pagare addebita loro il costo del mantenimento nei centri di detenzione.

Da Pressenza.com

Ultime su questo tema

La maggioranza dei Paesi del mondo ora sostiene il Trattato di proibizione delle armi nucleari TPNW

03 Ottobre 2025
Gli Stati firmatari del TPNW sfidano la dottrina della deterrenza, considerandola una minaccia per tutti i Paesi e un ostacolo al disarmo nucleare, un obiettivo che gli stessi Stati dotati di...

I gazawi stanno morendo per noi

02 Ottobre 2025
Si testa la tenuta dell’impunità concessa ai massacratori. Si trovano le strade per ridurre al silenzio la democrazia. (Raffaele Crocco)

Il dossier Iran sul tavolo Onu

02 Ottobre 2025
Sanzioni, uranio arricchito, scontro tra colossi sul futuro della Repubblica islamica. Con qualche spiraglio. (Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo)

Le lotta delle comunità amazzoniche del Perù

30 Settembre 2025
La lotta delle comunità indigene e contadine del Conaccunay per proteggere l’Amazzonia peruviana dura da oltre vent’anni. (Monica Pelliccia)

Uomini e grandi animali. Convivenza impossibile?

27 Settembre 2025
Dalle Alpi allo Sri Lanka, il conflitto uomo-animale cresce e divide opinioni. (Miriam Rossi) 

Video

Noam Chomsky: Che cos'è la globalizzazione?