G20: "bene richiamare gli Obiettivi del Millennio, ma è ora di attuare le promesse"

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La Campagna del Millennio dell'Onu apprezza il richiamo fatto nel comunicato finale del Summit dei G20 di Londra agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e ai bisogni dei più poveri del mondo, ma chiede che le promesse fatte si trasformino presto in fatti concreti. "Se da un lato salutiamo con favore gli impegni presi al Summit, dall'altro la Campagna riconosce che queste promesse devono trasformarsi in fatti concreti al più presto - ha dichiarato Salil Shetty, direttore della Campagna del Millennio delle Nazioni Unite. "Noi continueremo a supportare i cittadini che considerano i leaders G20 responsabili per la messa in atto di questi accordi e capaci di rispondere ai bisogni dei poveri della terra". Nei giorni precedenti il Summit, la Campagna aveva chiesto ai leaders di "non dimenticare i poveri del mondo".

La Campagna chiede oggi che "gli 850 miliardi di dollari assegnati al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale siano destinati al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio". La Campagna riconosce che i 1.100 miliardi di dollari per fronteggiare la crisi sono risorse che aiuteranno anche a prevenire nuove ricadute negative dell'economia mondiale sui paesi più fragili evitando così di inibire il processo verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. "La Campagna - prosegue la nota - vede favorevolmente la decisione di destinare 50 miliardi di dollari per i programmi di protezione sociale e 6 miliardi di dollari per i paesi più poveri ma al contempo ricorda che questi impegni avranno un impatto reale sui più poveri solo se ci sarà la volontà politica di implementarli velocemente e se le risorse stanziate saranno usate in modo efficace e mirato, ad esempio supportando i paesi più poveri come quelli dell'Africa Sub-Sahariana.

In particolare la Campagna del Millennio si auspica che i paesi "donatori" implementino al più presto gli impegni presi a Parigi e Accra per migliorare l'efficacia dell'aiuto; il significativo incremento di mezzi finanziari messi a disposizione dal Fondo Monetario Internazionale e dalla World Bank sia valutato rispetto al suo effettivo contributo al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio; sia garantita una governance più inclusiva delle Istituzioni Finanziare Internazionali. Gli impegni attuali su questo fronte sono eccessivamente timidi e lenti nel concretizzarsi; gli impegni sul protezionismo siano monitorati con attenzione: ad oggi infatti 17 paesi su 20 non hanno mantenuto i loro impegni relativi alle misure protezionistiche in ambito commerciale assunte nell'ultimo summit G20.

La Campagna CRBM e Mani Tese considerano il vertice dei G20 di Londra un primo passo necessario ma non del tutto sufficiente per far fronte alla crisi attuale e prevenire quelle future. "Viste le fosche previsioni di numerosi analisti, il G20 non è stato un clamoroso fallimento, ma ha prodotto dei risultati solo in parte positivi, lasciando aperte molte partite". In un ampio commento Luca Manes della CRBM sottolinea tra le "note liete, o parzialmente liete" del G20 la "regolamentazione del contesto finanziario e della lotta ai paradisi fiscali, seebbene l'elenco dei "cattivi" richiesto all'Organizzazione della cooperazione e dello sviluppo economico - almeno stando alle indiscrezioni- è quanto meno parziale". "Le agenzie di rating - prosegue Manes - dovranno sottostare a più stringenti regole di condotta internazionali e sarà fatto di tutto per evitare gli imbarazzanti conflitti di interessi che hanno contraddistinto il loro operato nel recente passato. Gli hedge funds, ovvero i fondi più speculativi e "selvaggi" saranno finalmente regolamentati".

In merito alle violenze durante le manifestazioni di Londra nei giorni scorsi è intervenuta la 'Coalizione italiana contro la Povertà (Gcap) - sostenuta da oltre 10 milioni di cittadini italiani, e che raduna più di 70 organizzazioni, associazioni, sindacati e movimenti della società civile italiana e internazionale. La Gcap "si dissocia da ogni manifestazione di violenza, condannabile in sè oltre che inutile e controproducente per la soluzione dei problemi reali". "I gravi scontri di questi due giorni a Londra in occasione del G20 rischiano di offuscare i limiti di un vertice mondiale che non riesce ad adottare misure efficaci ed immediate e stanziare le risorse necessarie per proteggere i più vulnerabili da una crisi che rischia di portare sotto la soglia di povertà altri 50 milioni di persone secondo le stime delle Nazioni Unite" - ha dichiarato Sergio Marelli, portavoce della Coalizione.

"Il G20 rappresenta il 66% della popolazione mondiale, il 90% del PIL globale, l’80% delle emissioni di gas serra globali" - prosegue Laura Ciacci, portavoce della Coalizione. "Ciò che i leader decideranno avrà dunque ripercussioni sul mondo intero. II rischio è che l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica si concentri sui fatti di cronaca e non sul fatto che le conclusioni del G20 rischiano, ancora una volta, di non rispondere all’emergenza economica, occupazione, ambientale, sociale e globale". [GB]

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