Teheran, carcere e frustate per l’avvocato delle donne anti-velo

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Un tribunale iraniano ha condannato a 38 anni di carcere e 148 frustate una donna avvocato e attivista pro diritti umani, in prima linea nei mesi scorsi nella difesa di quante si sono battute contro il velo obbligatorio. A riferirlo sono gli stessi familiari di Nasrin Sotoudeh, la quale è stata incriminata per reati connessi alla sicurezza nazionale. Sulla reale portata della sentenza vi sono però fonti discordanti: un giudice della Corte rivoluzionaria islamica parla infatti di sette anni di prigione, in attesa del processo di appello. 

Ong e attivisti pro diritti umani parlano di sentenza “scioccante” comminata ai danni di una personalità di primo piano del Paese, insignita in passato di premi e onorificenze per la sua attività professionale. Sotoudeh è famosa per aver rappresentato donne che protestavano contro l’hijab obbligatorio e per aver battagliato contro la pena di morte. In un lungo post sui social, il marito ha confermato il verdetto di condanna per la donna, dopo aver parlato con lei al telefono dal carcere. Secondo quanto aggiungono gli attivisti di Center for Human Rights in Iran, fra i motivi della condanna l’aver diffuso informazioni contro lo Stato, spionaggio e aver insultato la guida suprema Ali Khamenei. 

Nasrin Sotoudeh è uno dei sette avvocati e attivisti pro diritti umani arrestati in Iran lo scorso anno. Prima del fermo, nel giugno scorso aveva difeso un gruppo di donne incarcerate per essere apparse in pubblico senza il velo obbligatorio, una norma retaggio della rivoluzione islamica del 1979 e punibile con la prigione in base al codice penale. La donna deve affrontare nove diversi capi di imputazione, nel contesto di due diversi processi uno dei quali si è svolto in sua assenza. I giudici le hanno comminato una lunga detenzione e la fustigazione come pena accessoria. In passato Nasrin Sotoudeh è stata arrestata e incarcerata fra il 2010 e il 2013 per la sua attività politica (propaganda contro lo Stato e attentato alla sicurezza nazionale i capi di imputazione). 

La donna ha sempre respinto le accuse. Il 26 ottobre 2012 il Parlamento europeo l’ha insignita - assieme al regista Jafar Panahi - del premio Sakharov, massima onorificenza della Ue in tema di diritti umani. Nella sua attività professionale l’avvocato ha assistito personalità di primo piano della dissidenza e dell’opposizione iraniana, fra i quali il giornalista Isa Saharkhiz, la Nobel per la pace Shirin Ebadi e il capo del Fronte nazionale democratico (partito messo al bando da Teheran) Heshmat Tabarzadi.

Da Asianews.it

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